Animali da concerto
@Antonio Castronuovo, 30 ottobre 2022
Non c’è solo il fenomeno dell’asino pittore, quello a cui qualcuno ha legato alla coda un pennello inzuppato di vernice e, facendo scodinzolare l’animale su una tela, gli ha fatto comporre quadri, che peraltro sono andati a ruba. Non solo: c’è anche il fenomeno degli animali musicisti, e si tratta perlopiù di gatti che, zampettando su una tastiera, hanno poi ispirato qualche compositore.
Accadde a Chopin: mentre stava componendo il Valzer brillante in fa maggiore op. 34 n. 3 il suo gatto saltò sulla tastiera del pianoforte e la percorse fuggendo. Tanto se ne divertì Chopin che pensò di riprodurre quella “scala” nel pezzo che stava componendo, noto pertanto come Valzer del gatto. Un evento simile era accaduto a Domenico Scarlatti quasi un secolo prima: un gatto aveva traversato la tastiera del clavicordo ed egli ne trasse ispirazione per comporre la Sonata in sol minore K30 nota come Fuga del gatto.
Non si conoscono eventi in cui un cane abbia in qualche modo agito in senso musicale; mentre esiste un ricordo del pianista Alfred Brendel che coinvolge un topo: mentre stava eseguendo una sonata di Schubert a San Salvador, avvertì un’onda di brusio e sussulti percorrere il pubblico. Brendel tirò diritto a suonare e solo alla fine del concerto gli dissero che un enorme topo era salito, lungo la scaletta, dalla platea al palco, gli era passato vicino alle scarpe ed era poi scomparso dietro le quinte.
Certo, non si tratta di una storia che ha a che fare con la composizione ma con l’esecuzione, perché qualche incontrollato sussulto può incidere su come un pianista suona. Peraltro Brendel, nella sua carriera, ha avuto a che fare anche con un gatto. Fu a Istanbul durante l’esecuzione di Funérailles di Liszt: un gatto si mise a miagolare proprio nel punto di massima tensione, quando il silenzio prelude all’ultima ripresa. Ora, il pezzo è sottotitolato “Ottobre 1849”, lo stesso mese in cui era morto Chopin: forse quel gatto era andato a miagolare al concerto di Liszt per rievocare il parente felino che aveva ispirato il grande compositore polacco.
Alfred Brendel, Il velo dell’ordine, Milano, Adelphi, 2022, pp. 312-313.