Catania in volo sulle ali del primo Fringe Festival

Catania in volo sulle ali del primo Fringe Festival

@ Anna Di Mauro, 06-11-2022

Poderosa e travolgente girandola di piccoli fuochi, come pioggia di stelle, i teatri catanesi, piccole finestre spalancate al sole della gioia di fare teatro insieme contemporaneamente, coesi dalla febbre della scena, si sono uniti in uno sforzo comune per dare spazio e presenza al teatro indipendente contemporaneo, il cosiddetto Teatro Off; ed ecco esibirsi in palco per otto giorni una cinquantina di compagnie impegnate in un tour scoppiettante. Il Fringe Festival che dal 10 al 30 Ottobre ha animato la città, offrendo una fitta agenda di eventi  e incontri culturali rotanti intorno all’asse centrale degli spettacoli selezionati, ha chiuso i suoi battenti, ma l’eco delle voci e delle energie profuse in tanta generosa offerta è rimasto nell’aria, come una magica nuvola il cui candore evanescente ammanta il cielo della città, dondolando al fresco soffio di un vento di novità,  un vento senza precedenti, in una città che ama il teatro, ma che va ancora educata ad assaporare nuovi percorsi, che ha bisogno di essere sprovincializzata, svegliata, stuzzicata. A dar vita a tutto questo un team già collaudato con Palco Off a Catania e a Milano: Francesca Vitale e Renato Lombardo, che portano da anni il meglio del Teatro Off nelle due città. Ora in prima linea, organizzatori infaticabili del primo Festival Fringe di Catania e del meridione, i due promotori di un teatro nuovo e indipendente (hanno dimostrato di saperlo fare con competenza e passione), procedono con coraggio e perseveranza sulla strada del cambiamento, affiancando e valorizzando giovani autori, attori e registi della scena contemporanea internazionale, impegnati in un lavoro di onesta ricerca a cui il Fringe Festival ha dato visibilità, offrendo una panoramica allettante di ciò che bolle nel pentolone alchemico del teatro contemporaneo: vitalità e ricerca in un ensemble ricco e variegato. Una formula vincente che ha visto gradualmente i teatri riempirsi di spettatori plaudenti. L’abbondanza inizialmente disorientava, ma assaggiando qua e là la qualità e la varietà dei gusti ci si è resi conto della ghiotta opportunità di questo festival.

Premesso che era naturalmente impossibile vedere l’intero programma, tutti gli spettacoli hanno mostrato un target di buon livello, sia per i testi che per l’interpretazione e la regia. Tra quelli visti  segnaliamo alcune produzioni interessanti e significative come “La città senza nome”, della compagnia Sagapo Aps-Bolzano, di e con Lucas Joaquin da Tos e con Matteo Campagnol, che hanno infuso potenza evocativa in una storia dalle calde atmosfere latino-americane sorretta da un tono tra il serio e il faceto, accompagnato da musiche dal vivo.

“Orizzonte”, da Boscoreale (NA), testo e regia di Paolo Di Blasio, con Salvatore Vitellio, Consiglia Coppola, Antonio Baselice ha offerto una duttile, vivace e coinvolgente ricostruzione a tre voci delle migrazioni partenopee alla volta del mito americano nei primi del ‘900, strutturata in quadri in successione, sull’onda del ricordo e della speranza.

Con “Shuma“ e “Kryptonite” di Orazio Condorelli, da Vittoria, l’aut-attore Beppe Macauda ha mostrato notevoli doti narrative  e registiche, trattando con delicatezza il dolente tema dell’emarginazione.

Da Genova il tandem Toja – Callaci con “L’angelo della valigia” di S. Mercurio con S. Callaci  e “Le Giovanne” di e con Agustina Toia, ha dato fiato alla poesia e alla storia, con inventiva ed energia interpretativa non comuni.

In “IDONTWANNAFORGET” da Toulouse (Francia) di e con  Bressan/Romondia, si snoda un dialogo drammaturgicamente coeso di un uomo e una donna alle prese con la memoria, tema delicato e forte al tempo stesso.

Ricordando che tutti gli spettacoli sono di buon livello ne citiamo alcuni che hanno ricevuto maggiori apprezzamenti:

“Come un soprammobile alla polvere” di Antonio D’Aprile e di e con Maria Grazia Cavallaro, (CT)

 “Tutte io” da Bari, di e con Luce Pellicani

“Love’s left hand” dall’Austria, del LEMOUR Physical Teatre

“M’ama o non m’ama” da Milano di e con Delia Oddo

“80 centesimi” da Pavia  di e con Pietro De Nova

“Tea Ceremony” da Cipro di Wieland e di e con M. Ionnau

“X” da Palermo di S. Ventura con Giulia Messina, Isabella Luna Sciortino, Gabriella Zito

In attesa dell’auspicata seconda edizione del Festival auguriamo agli organizzatori e agli artisti intervenuti un percorso fecondo e foriero di innovazioni.