Scompare Angela Lansbury, regina di Broadway e dello schermo
@ Lucia Tempestini, 12-10-2022
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Così, a poche settimane di distanza dalla scomparsa di Elisabetta II, ci troviamo costretti a prendere commiato anche da Angela Lansbury, e il cordoglio è forse ancora più greve, freddo come la pioggia eterna.
Se n’è andato un pezzo di storia dello spettacolo, e insieme un frammento luminoso di Bellezza umana. Non era solo l’artista dalle mille virtù, raffinata e affabile, bensì la figura che meglio ha incarnato il concetto stesso di occidentalismo illuminato e l’eleganza wasp tipica del New England, germinazione naturale delle radici britanniche.
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Le doti di interprete si sono manifestate sin dall’esordio cinematografico nel ruolo della servetta sfrontata e cinica che in Gaslight di Cukor (1944) ruba costantemente la scena a Ingrid Bergman. Da allora i tanti personaggi, sullo schermo e sugli amati palcoscenici di Broadway (eccelleva anche nel canto e nel ballo), le hanno permesso di portare in piena luce quell’ironia cordiale e quella levità saggia che erano le sue sfumature espressive peculiari. Sapeva rendere amabili e indimenticabili pregi e difetti di ogni figura cui dava vita e respiro, definirla attraverso vezzi, increspature satiriche, malinconie, come la sublime Salomè Otterbourne di Assassinio sul Nilo (1978), scrittrice di romanzi per signore audaci quanto esotici.
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Nel personaggio di Jessica Fletcher, scrittrice di gialli del Maine protagonista della mitica serie TV Murder, she wrote (La Signora in giallo, 1984-1996), vita arte e destino di Lansbury sono arrivati a una sovrapposizione millimetrica. Da una cerata gialla da pesca a un sofisticato abito da sera, dal culto della piccola patria (Cabot Cove, sorta di Macondo dell’immaginario collettivo occidentale) all’inclinazione quasi ossessiva per i viaggi, dal senso nobile e meticoloso della giustizia alla comprensione per la fragilità umana, dalle torte alle mele con caffè assaporate nei diner di paese alle cene sfarzose, tutto congiura deliberatamente a dare forma a un’idea gentile e positiva del carattere angloamericano, dimostrando la possibile universalità di un’identità nazionale.
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Perdendo Angela/Jessica, e gli altri happy few, rischiamo la desertificazione interiore e l’avvento, se non del Grande Nulla di Ende, delle ormai incontrastate schiere di pigmei adepti del pensiero orizzontale.
Bene, anzi no. Ricordando che a 83 anni Lansbury ha vinto il Tony Award per aver tratteggiato in modo impareggiabile la medium di Blithe Spirit a Broadway, salutiamo un’artista vera.
Addio mia Regina.