Noir & nostalgia per il debutto editoriale di FuoriAsse
@ Anna Di Mauro, 16-06-2022
Il Bello scrivere è una nobile arte che dovrebbe essere alla base di ogni atto che sia impugnare la penna e segnare un bianco foglio da spargere al mondo. Purtroppo non è così in questi tempi di improvvisazione in ogni campo. Una pletora infinita di presunti e aspiranti scrittori dilaga senza tregua sul cammino della speranza di un sogno letterario da realizzare. In questo clima disinvolto e spesso superficiale incontrare una piccola manciata di racconti, all’insegna della ricerca della qualità, apre orizzonti di speranza a un futuro letterario collassato da una esorbitante quantità di libri, libelli, opuscoli, sulla scia di un consumismo barbaro e privo di sani obiettivi. Con l’accattivante titolo Specchi deformanti nasce questa piccola antologia, frutto di un accurato laboratorio di scrittura svoltosi tra il 2020/2021, in piena era pandemica, diretto da Guido Conti, scrittore pluripremiato e fortemente motivato a dare qualità alla scrittura, a cui la neocasa editrice FuoriAsse, già magazine, diretta da Caterina Arcangelo, ha affidato un ricco progetto di rifondazione del valore della letteratura nelle sue forme innovative e restaurative al tempo stesso, improntato sul binomio ricerca/qualità. Dopo un primo volume, gli atti di un seminario dedicato a Giuseppe Pontiggia, FuoriAsse inaugura la sezione narrativa con questi diciassette racconti di autori esordienti ed esperiti in un mix che Guido Conti ha opportunamente assemblato, curando con passione la produzione di queste scritture brevi e dense, assortite in una miscela ben dosata, tavola rotonda inter pares, dove il denominatore comune è una realtà ingannevole, pronta a svelarsi in un colpo di scena che a volte colpisce come un pugno sferrato a sorpresa sulla mascella del malcapitato lettore, a volte inventa un finale di miele, in un garbato corpo a corpo con la curiosità del lettore. Noir fulminanti, attraversati dalla follia omicida, brevi, intensi, amari, come un caffè ristretto, si mescolano a piccole nostalgie del tempo che fu, accanto a descrizioni minuziose di paesaggi e personaggi filtrati da elementi surreali o onirici. I protagonisti sono l’espressione di una visione del mondo che ci è estranea e familiare al tempo stesso: terroristi innamorati, pedofili, malavitosi insospettabili, vecchi depressi, donne sbiadite, tutti irrimediabilmente impigliati nelle maglie inesorabili di nodi irrisolti, di vite tarlate, di grigiumi protratti, di atroci inganni, in uno slalom di forte tensione tra i pali deformi del dolore, i gorghi del rancore, dei rimpianti rappresi, sulle ali sfibrate di un sogno, di un sospetto, di una sfasatura, su cui precipitano i segni di una scrittura dove spesso il confine tra il lecito e l’illecito si assottiglia pericolosamente, per lasciare il posto ai fantasmi generati dal quinto comandamento biblico: Non uccidere, di cui ricordiamo l’indagine preziosa condotta da Kieslowski nel suo straordinario film Decalogo. Le pagine solcate da rivoletti di sangue annunciato generano quella tensione alla violenza scaturita dal “dolore del mondo offeso” di Vittorini, quel male di vivere che ci sfiora inconsapevoli o ci precipita addosso lasciandoci stupiti, tumefatti, davanti a uno specchio deformante dove la natura umana si rifrange in mille forme scomposte, affascinante e inquietante caleidoscopio della nostra esistenza effimera e fallace. Piccoli quadri d’autore, flash in punta di penna, in cui poche pagine sopportano il mistero e il pathos, distillato di insania mista a struggimento dell’animo sperduto e solingo in cerca di una verità sconosciuta, perduta nei meandri complessi della psiche.
Divisa in due sezioni: Rivelazioni e Incontri, Specchi deformanti è in linea con un progetto editoriale di Caterina Arcangelo, che dirige la casa editrice, affidato a Guido Conti e Antonella Berni, che si propone di ritornare alla bella scrittura. Ecco la necessità di porre in primo piano la lettura e la grande letteratura. “Per imparare a scrivere occorre saper leggere”. Come creano i grandi autori? Carpire il segreto della loro grandezza è, insieme alla brevità del testo, una sfida che FuoriAsse, questo piccolo, coraggioso vascello intento a solcare il grande mare delle belle lettere, raccoglie e rilancia, ispirandosi a Pontiggia, che indicava bellezza e verità come i due pilastri su cui poggia una scrittura che sia “un momento di evasione e nutrimento al tempo stesso”, come afferma l’Arcangelo in un’intervista recentemente rilasciata, in cui esplicita le intenzioni della casa editrice di una ricerca dello scrivere che sia luce feconda e seducente, sale della vita.
SPECCHI DEFORMANTI (FuoriAsse Edizioni)
AA.VV.
Postfazione di Guido Conti
Racconti – collana “L’Originale”
13 euro