I piccoli miracoli della follia. ‘Abbiamo sempre vissuto nel castello’ di Shirley Jackson, ed. Adelphi
@ Lucia Tempestini, 23-02-2022
Con il romanzo Abbiamo sempre vissuto nel castello la scrittrice americana Shirley Jackson arriva nel 1962 all’essenza stessa del concetto di persecuzione. L’isolamento aristocratico, le fantasie, la levità allucinata e appena sarcastica di Mary Katherine e Constance, due sorelle che vivono insieme a uno zio invalido nella grande casa paterna, assumono agli occhi degli abitanti del vicino villaggio forme distorte, mostruose, appaiono sintomi di un Male inaccettabile. Avviene con allarmante frequenza che i membri di comunità chiuse nella propria angustia interiore cerchino di rintracciare all’esterno fantomatici “mostri” o capri espiatori – mentre le Bestie simboliche s’inselvano spesso nella voce del cacciatore –, trovandoli in individui che si discostano semplicemente dal senso comune e da quelli che vengono considerati i normali commerci umani.
È facile così che la sindrome paranoica collettiva inneschi un crescendo di inaudita violenza, trasformando i singoli in massa informe (manzoniana), o meglio in una folla belluina di carnefici e distruttori (questo avviene anche in un altro racconto della Jackson: La lotteria, sempre pubblicato da Adelphi). Alle sopravvissute non resterà che spazzare i cocci delle stoviglie e degli oggetti di casa, sigillare le stanze violate e ricomporre quel che rimane dell’armonia perduta per mezzo dei piccoli miracoli della follia (la stessa Jackson era esperta di punti di fuga da un quotidiano non troppo esaltante), mentre i rampicanti crescono sui resti combusti del castello. La frase finale di Mary Katherine: Siamo così felici! è un lampo struggente che accomuna il suo destino a quello della Winnie beckettiana (È passata un’altra bella giornata, dopotutto!).
Abbiamo sempre vissuto nel castello
di Shirley Jackson
Adelphi
Traduzione di Monica Pareschi
Fabula, 206
pp. 182
isbn: 9788845923661