Maria Sibylla Merian e “La magia della crisalide”, Logos Edizioni
@Emiliana Nardin, 05-03-2022
Grandi e profondi occhi scuri velati di malinconia, nei quali si riflette un piccolo e magico mondo osservato con minuziosa cura, guance e naso appena rosati, bocca piccolissima.
Così la brava illustratrice bolognese Anna Paolini si immagina e disegna Maria Sybilla Merian da bambina nel volume “La magia della crisalide”, edito con molta cura da Logos edizioni. Una bambina che prima di tutto osserva, osserva l’universo degli insetti, dei bruchi, delle farfalle, dei bachi da seta, delle stupefacenti metamorfosi; e, alla fine del XVII secolo, non era una cosa semplice da fare, non tanto per la reperibilità dei soggetti da osservare – Maria Sybilla viveva a Francoforte che all’epoca era un importante mercato per la seta – quanto per il fatto che gli insetti erano considerati esseri immondi, diabolici, segno dell’ira di Dio e ancor più si pensava che le farfalle fossero in realtà streghe trasformate per ingannare gli umani. I genitori cercarono infatti di allontanarla da questa “pericolosa” passione, ma lei parve non ascoltarli, continuando a pensare che solo Dio, non certo il diavolo poteva creare così tanta bellezza.
Merian dimostrò di avere un talento innato per il disegno che riuscì a sviluppare precocemente sotto la guida di Jacob Marrel, pittore e incisore che sposò la madre dopo la morte di Matthäus Merian il Vecchio (celebre incisore ed editore svizzero).
Soltanto dopo il matrimonio con Johann Andreas Graff nel 1665 e il trasferimento a Norimberga, Maria Sybilla poté dedicarsi del tutto al disegno e allo studio degli insetti e delle specie botaniche, che fu per lei fonte di sostentamento in periodi difficoltosi: insegnando ricamo e pittura alle figlie della ricca borghesia cittadina non solo si guadagnava da vivere, ma poteva accedere ai curatissimi giardini della classe elitaria e quindi osservare specie animali e vegetali. Il suo primo libro – Il nuovo libro dei fiori – fu infatti proprio un campionario di modelli floreali da copiare nei dipinti e nei lavori di ricamo.
Ma avrebbe dovuto passare ancora molto tempo prima che i suoi precisi, meticolosi ed incredibili lavori potessero essere visti ed apprezzati non solo sotto il profilo artistico, ma anche quello scientifico, anche perché ben poche erano all’epoca le donne che si occupavano di botanica ed entomologia. La sua sua bravura e la sua curiosità la spinsero fino al lontanissimo Suriname dove, rischiando anche la vita, raccolse specie ancora sconosciute in Europa, o che aveva potuto osservare solo nelle wunderkammer dei collezionisti di Amsterdam, dove nel frattempo si era trasferita ed era molto apprezzata da incisori, collezionisti e naturalisti.
Quattro anni dopo il lungo viaggio, diede alle stampe la sua pubblicazione più famosa Metamorphosis insectorum Surinamensis, ovvero 60 tavole a colori riguardanti la vita e le trasformazioni degli insetti, finalmente pubblicate anche in latino, lingua di scienziati ed eruditi.
Anna Paolini, Maria Sibylla Merian. La magia della Crisalide, Logos Edizioni, 2019
Vai al sito dell’editore: https://www.libri.it/maria-sibylla-merian