aSH di Aurélien Bory: ricerca e tecnologia
@Cristina Dalla Corte, 28-10-2021
Torino aspettava da un anno aSH, programmato per il 2020 e – per le note ragioni – riprogrammato soltanto per il Festival 2021. Più che di uno spettacolo sarebbe più corretto parlare di una fantastica “istallazione” che domina il palcoscenico e incombe sull’interprete.
Una formazione di fisico teorico conduce Aurilién Bory a realizzare un enorme fondale di carta, accompagnato da effetti sonori e luminosi. La “carta musicale” corrisponde ad una gigantesca struttura meccanica che interagisce con la danzatrice, al tocco, al suono, cambiando piano e passando da fondale a palcoscenico, per poi ritornare fondale con nuove forme e segni.
La bellissima Shantala Shivalingappa, riconosciuta a livello internazionale come una danzatrice rara, maestra della danza tradizionale indiana (in particolare dello stile Kuchipudi), disegna geometrie con movimenti controllati e ripetuti, creando cerchi, punti, spirali.
Nel sud dell’India capita tuttora di osservare, di fronte all’ingresso delle case, geometrie complesse di rara bellezza costituite di farina, riso e gesso. Sono i kolam, cerchi e tratteggi augurali che danno il benvenuto alle energie positive e al tempo stesso proteggono da quelle negative. La tradizione – a lungo interpretata come fenomeno prevalentemente decorativo- è portata avanti dalle donne. Solo con il tempo quest’arte-scienza è stata studiata da matematici e ricercatori.
Nella realizzazione spettacolare di Bory, dunque, l’ispirazione è un kolam, fantasma di farina realizzato sulla terra al mattino e distrutto dal vento durante il giorno e replicato il giorno successivo.
Con intenzione e gesti controllati, Shantala Shivalingappa, disegna e ripete i medesimi movimenti, fino a costruire sulla farina-cenere un’immagine più ampia e volatile; poco dopo, infatti, l’opera viene spazzata via, proprio quando il grande pavimento di carta ritorna ad essere fondale, lasciando solo l’ombra di un’enorme spirale.
Il rituale, come le immagini mobili e mutevoli create grazie alla retroilluminazione del fondale, è accompagnato dalla musica dal vivo di Loïc Schild, dai rumori che la carta crea nel movimento e da suoni naturali che prediligono la percussione.
Risulta spiacevole, tuttavia, riportare la cronaca dell’inconveniente tecnico che ha allentato la tensione e in parte, compromesso l’operazione artistica; un improvviso guasto dell’amplificazione, infatti, ha costretto i tecnici-audio a recarsi dietro le quinte per risolvere il problema. Può capitare: ne è consapevole qualunque addetto ai lavori, ma anche lo spettatore abituale. Meno abituale, invece, è apparsa la sconsideratezza dei sopracitati tecnici che, con le loro voci e i loro movimenti, spesso brutali, hanno inquinato il silenzio tombale nel quale era avvolta la danzatrice, costantemente al lavoro, nonostante l’imprevisto. È sembrato automatico constatare quanto, talvolta, il rispetto per il mestiere dell’artista non sia tenuto in giusta considerazione: qualunque ostacolo e ogni tipo di inconveniente può disturbare la fluidità sulla scena, ma nulla dovrebbe inquinare la ricerca, la serietà, la concentrazione di chi si trova al centro del palco.
Aurélien Bory arriva al mondo teatrale con Mladen Materic; nel Duemila fonda a Toulouse la Compagnia 111, miscelando circo contemporaneo, danza, arti visive; più che un coreografo, è un ricercatore, uno studioso; la scenografia interattiva è spettacolare, ma forse ancora più efficace come istallazione in gallerie contemporanee dedicate alle arti visive, poiché il corpo e la comunicazione risultano soggiogati dalla “rumorosità” grandiosa dell’impatto scenografico, dalla tecnica e dalla tecnologia, ahimè fredde e, questa volta, neppure infallibili.
Festival Torinodanza 14 ottobre 2021,
aSH
Creazione di Aurélien Bory
Per Shantala Shivalingappa
Con Shantala Shivalingappa e Loïc Schild (percussioni)
Ideazione, scenografia e regia Aurélien Bory
Coreografia Shantala Shivalingappa
Composizione musicale dal vivo Loïc Schild
Collaborazione artistica Taïcyr Fadel
Creazione luci Arno Veyrat
Assistito da Mallory Duhamel
Composizione musicale programmata Joan Cambon
Decorazioni tecniche di design Pierre Dequivre, Stéphane Chipeaux-Dardé
Costumi Manuela Agnesini
Con il prezioso aiuto di Nathalie Trouvé
Spettacolo programmato in collaborazione con la Francia in scena stagione artistica dell’Institut Français Italia ambasciata di Francia in Italia