Corpo a corpo con il desiderio. Al Teatro Basilica di Roma ‘Cuòre. Sostantivo maschile’ di Angela di Maso
@ Clara Galante 13-10-2021
Lo avrei intitolato Spaccami il Cuore.
Non credo che il cuore sia un sostantivo maschile, è un sostantivo. Non credo che il cuore sia solo un organo corporale; so che è la Fonte.
Ieri sera ho assistito a cinque quadri intorno a quella Fonte.
1° Teatro, come desiderio di liberazione
2° Madre, come desiderio di Amore oltre ogni immaginazione
3° Padre, come desiderio di perdonare oltre ogni immaginazione
4° Sesso, come desiderio incomprensibile
5° Animali, come desiderio di abolire l’analfabetismo delle bestie (qui un cane e un gatto)
Sono uscita dal Teatro Basilica piena di desiderio e con la certezza rinnovata che l’Arte ci fa esprimere l’indicibile. Sono uscita dal Teatro ho guardato il cielo, c’era una Luna immensamente grande ieri. Si stagliava gialla, nel cielo vuoto-nero senza paura. Anche loro, Alvia Reale e Daniela Giovanetti erano sole nel vuoto di quattro sedie, senza paura. Tornando a casa rivedevo quell’inizio dal tono pungente, sarcastico, ironico e disinvolto della voce calda di Alvia. Quanta consapevolezza in quella voce, sembrava dire “guardate caro pubblico non è solo il corpo, ma è l’anima che dobbiamo curare!” ecco è questo il concetto che mi resta dopo aver assistito allo spettacolo. Uno spettacolo non proprio intimo, non naturalista, non intellettuale, bensì intelligente, nutrito di invenzioni semplici ed efficaci ma soprattutto vero, evidentemente come le protagoniste. Alvia Reale e Daniela Giovanetti non sono donne comuni, sono donne di razza, mi piacciono anche per questo.
Chiuse in un quadrato di luci che ieri sera non si sono accese ma che ho acceso nella mia fantasia, sono sempre in dialogo continuo, un corpo a corpo in cui ballano, cantano, evocano, sperano.
Pochi elementi sulla scena: quattro sedie, due casse, un brucia incenso, una sega elettrica e centrini ricamati di una bellezza struggente che Alvia ripone a terra con cura, componendo quasi un mandala che se avesse un titolo sarebbe Madre ti ho amata.
Dunque poche cose e tanta sostanza. Forse proprio l’ostinata e la candida fede a loro stesse le ha guidate a questa sintesi autobiografica, fino a raggiungere la loro Fonte; l’umiltà, la forza grande, la fragilità e una certa nostalgia. “Via di casa! Via di casa!” dicono entrambe, allora via a tuffarsi nel Teatro! Sì il nostro caro Teatro, questo misterioso, magnifico, marcio, vivificante mondo del Teatro, qui tradotto in quadri armonici dalla fine all’inizio e dall’inizio alla fine. D’altra parte le vite umane sono sempre circolari; come la Luna.
Femminile e pur sempre Astro.
Produzione Gruppo della Creta presenta: Cuore – Sostantivo maschile.
Drammaturgia di Angela Di Maso, dalla storia di Alvia e Daniela.
Interpreti: Daniela Giovannetti, Alvia Reale. Regia di Alvia Reale. Costumi Sandra Cardini. Scene Francesco Calcagnini. Luci Matteo Ziglio. Assistente regia Ilaria Iuozzo.
Al Teatro Basilica di Roma dal 5 al 17 ottobre