“Il vino nel cervello e i quattrini nella borsa”. ‘Le allegre comari di Windsor’ a Catania
@ Loredana Pitino (13-07-2021)
Nella corte interna dell’Istituto per ciechi “Ardizzone Gioeni” di Catania in queste sere viene proposto lo spettacolo Le Allegre comari di Windsor, tratto da Shakespeare, prodotto da Buongiorno Sicilia e Vision Sicily e messo in scena dal regista Giovanni Anfuso che ne firma anche l’adattamento.
Un grande chiostro neogotico ricrea una perfetta atmosfera secentesca, con una architettura che si presta egregiamente a diventare un palcoscenico, una sorta di Globe Theatre catanese, dove il regista Giovanni Anfuso ha offerto al pubblico una sua rilettura della celebre commedia shakespeariana.
La commedia fu costruita dal poeta inglese sulla base di due intrecci diversi: il primo ha per protagonista Sir John Falstaff, nel suo tentativo di seduzione; il secondo ha come figure centrali Fenton e Anne Page, due innamorati, secondo il più classico degli schemi plautini.
Al carattere di Falstaff è dovuta la comicità dell’opera, all’amore contrastato dei due giovani è dovuto l’aspetto sentimentale e romanzesco.
Molto forte il rapporto tra la commedia e la novellistica, tanto che la critica lo ha definito una sorta di fabliaux sceneggiato. Decisamente una delle commedie più divertenti e scanzonate di Shakespeare.
Il personaggio di Falstaff è uno dei caratteri per antonomasia della storia del teatro, appare nelle due parti di Enrico IV e Le allegre comari di Windsor per poi essere soltanto nominato in Enrico V dove se ne annuncia la morte. Una sorta di giullare grasso e gaudente, amante del vino e delle donne, bugiardo e vanaglorioso, è qui il perno intorno a cui ruotano una serie di intrighi e scambi di persone, beffe e inganni, tradimenti (presunti) e riconoscimenti.
Si muove per ottenere sempre “il vino nel cervello e i quattrini nella borsa”. Per questo diventa un po’ la vittima di tutte le protagoniste femminili, come afferma Davide Sbrogiò che in questa occasione riveste i panni del personaggio con cura e studio del ruolo.
C’è poi il marito geloso: Mister Ford che cerca continuamente di scoprire la moglie in compagnia di Falstaff fingendosi un altro uomo, Mister Brook, e venendo gabbato ogni volta da lei e dalla sua complice e comare (qui interpretato nel doppio ruolo da Salvo Piro, molto divertente nel travestimento e giustamente caricato nelle scenate di gelosia).
Perché sono loro le protagoniste di una rivendicazione dell’astuzia femminile tutta shakespeariana: le due comari, la Signora Ford e la Signora Page. Astute, seducenti, spregiudicate, riescono a gabbare il seduttore che offende le donne tentandole nella loro fedeltà e il marito che offende la donna dubitando continuamente del suo onore.
Le due interpreti sono Liliana Randi (un po’ soubrette, un po’ macchietta) e Valentina Ferrante, che ha reso una Signora Ford spumeggiante, sensuale, ironica, la più credibile fra tutti gli interpreti.
Da evidenziare anche il personaggio di Quicky, la servetta tuttofare, che porta i messaggi e cerca di fare incontrare gli innamorati, un servus callidus al femminile, interpretato da Paola Gallo.
Nel complesso la regia ha evidenziato dei punti di forza, proprio nella scelta di un luogo magnifico, perfetto per questo tipo di eventi e poco conosciuto anche ai catanesi (del resto Anfuso ha già valorizzato le location più belle in Sicilia, come le Gole dell’Alcantara per il suo Inferno e la sua Odissea, negli anni scorsi, o la Chiesa della Badia di S. Agata per lo spettacolo Agata la santa fanciulla), e nelle coreografie, di Fia Distefano, sulle musiche originali di Paolo Daniele.
Questi due elementi hanno reso lo spettacolo godibile e completo.
Lieve elemento di debolezza, la comicità a volte forzata, la tendenza a caricare troppo per strappare, a tutti i costi, una risata, con trovate sceniche da teatro amatoriale, accelerazioni da film muto che fanno perdere densità alla messa in scena.
Lo spettacolo si replica ancora nei fine settimana di luglio.