La brace sotto la cenere
Aveva ragione Nietzsche: la vita senza musica è un esilio.
Vero, e io quell’esilio non l’ho voluto subire: ho ascoltato musica tutta la vita e continuo a farlo, ho assistito a centinaia di concerti e continuo a farlo, ho sempre avuto musica attorno a me, aleggiante dal mio impianto high fidelity, ho seguito le partiture mentre la musica mi scorreva attorno, ho letto biografie e saggi musicologici, ho visitato i luoghi in cui hanno vissuto i compositori grandi e meno grandi. E continuo a tenere un quaderno di impressioni, ricordi e giudizi: più un ordine dato al magma di note giunte lungo la vita che qualcosa di musicologico.
E questo, appunto, sarà il quaderno di un ascoltatore emozionato, di un lettore appassionato: un diario di inclinazioni e capricci, di gusti e inevitabili ostilità (poche a dire il vero). Brevi articoli, annotazioni, recensioni, ascolti. Uno spazio controcorrente laddove la cosiddetta “grande musica” è ormai un tema da giurassico.
Aveva ragione Malipiero, quando nel 1967 già osservava l’avanzare a passi da gigante dello sfacelo. Ma nello sfacelo – come sempre – resistono singole luci, intelletti che non gettano la spugna, passioni che restano calde. Nessuna cultura si spegne se nella sua cenere c’è ancora la brace.
(11-06-2021)