Cosa succede a Ofelia quando esce di scena? Viola Graziosi al No’hma di Milano con ‘Offelia Suite’
@ Marco D’Alessio (31-01-2021)
Uno spazio buio accoglie Ofelia, l’eroina shakespeariana. La fanciulla, contro la volontà fraterna, cede alle lusinghe amorose del principe Amleto, questi però, successivamente, turbato dalle dichiarazioni del fantasma del padre – ucciso dal fratello Claudio allo scopo di usurparne il trono –, quando incontra la giovane, si sottrae con sarcasmo al sentimento che egli stesso ha suscitato. La ragazza viene così spinta verso la nevrosi. Un ulteriore, drammatico episodio che la conduce alla follia è la morte di suo padre Polonio, consigliere del re e ciambellano di Elsinore, ucciso da Amleto. Ofelia scompare con la mente ferita, dal Castello e dalla tragedia di Shakespeare. Proprio da questo punto ha inizio l’interpretazione di Viola Graziosi: lo spettatore può finalmente seguire i passi di Ofelia in fuga verso la morte.
È una creatura dall’anima incrinata, uscita dai cardini, quella che si aggira nel buio del bosco – metafora della sua ragione accecata – languendo per il duplice dolore arrecatole dal principe di Danimarca, che prima l’ha respinta e poi le ha ucciso il padre. La sua corsa è sia fisica, nell’oscurità della selva, che mentale, nel vorticare confuso dei ricordi e delle emozioni amorose, ma allo stesso tempo, persiste l’assurda speranza che Amleto ritrovi il senno e torni da lei. Suggestiva in questo lungo flusso di coscienza la rievocazione di un dialogo con la madre sul rapporto con l’Altro, dove si evidenzia il legame tra agire e subire.
Lo stream of consciousness si dilata nell’interrogarsi della protagonista sul proprio post-mortem. Infine, mentre osserva la natura con quella trasparenza venata di sfumature floreali che l’hanno resa cara ai preraffaelliti, cade in acqua immaginando che Amleto giunga in tempo a salvarla.
Il testo non è un semplice riadattamento del racconto di Shakespeare, ma come suggerisce il titolo Offelia (Off=fuori) si avventura nel campo del possibile, mostrandoci un ‘fuori campo’ toccante in cui la follia della fanciulla si ramifica, assumendo forme verbali ed espressive dense e rarefatte nello stesso tempo, entro le quali si muovono tormenti interiori e illusioni ostinate.
Coprotagonista della pièce è la musica, composta dal Maestro Arturo Annecchino, che sembra aderire ai movimenti interiori di Ofelia, ai suoi andirivieni mentali. Particolarmente suggestivi gli affastellamenti sonori, le distorsioni che accompagnano e sottolineano la confusione, l’inquietudine della ragazza, ma anche la stasi, le riflessioni sulla vita e sull’amore perduto.
Offelia Suite
alluvione amorosa per attrice e scenografie sonore
Mono Opera
con Viola Graziosi
tratta dal testo di Luca Cedrola
musiche originali di Arturo Annecchino
adattamento drammaturgico e regia di Graziano Piazza
pianoforte, Arturo Annecchino
elaborazioni sonore, Michele Fiori
ingegneria del suono olofonico, Fabio Brugnoli
costumi Maria Alessandra Giuri