Benevento Città Spettacolo XLI edizione: ‘Ezra in gabbia’ di Leonardo Petrillo
@ Marco D’Alessio (28-08-2020)
Benevento – In una cella tetra Ezra Pound, intellettuale del XX secolo, rimugina sulle vicissitudini che l’hanno portato alla prigionia. Una reclusione che apre nuove linee prospettiche nel suo pensiero; la commistione tra poesia, etica, economia e riflessione politica lo porta, non senza errori di valutazione, ad avvicinarsi al fascismo, pur non iscrivendosi mai al partito. Una vicinanza nata dalla volontà di prendere le distanze dal “capitalismo usuraio” e dal “materialismo ateo-comunista” col fine di mostrare alle coscienze un percorso lontano dalle oppressioni finanziarie e più vicino all’humanitas, al tempo libero necessario per realizzare i propri interessi.
Questo ‘libero pensiero’ trova espressione poetica nell’opera The Cantos, in cui emerge l’attenzione e l’ammirazione per l’Odissea e per la poesia di Dante attraverso la riscrittura dell’episodio di Odisseo nel regno dei morti.
Proprio in questa sezione dell’opera Ezra utilizza diverse lingue tra cui il greco, il latino e il cinese per esprimere le sue emozioni e le sue riflessioni rivendicando una totale libertà creativa e l’esigenza di comunicare con il lettore. L’impasto linguistico che viene a crearsi allude a eventi storici, sia del Mediterraneo antico e dell’Estremo Oriente che dell’America e dell’Europa premoderna e moderna.
Il testo cita anche la seconda sezione dell’opera The Pisan Cantos, tacciata di confusione da una parte della critica, ma difesa dall’autore per il quale rappresentava il tentativo di esprimere i pensieri legati a un mondo e a un’epoca ormai giunti al capolinea. A questa sezione fu attribuito il premio Bollingen, istituito da alcuni importanti intellettuali sotto l’egida del Governo degli Stati Uniti, cosa che suscitò molte polemiche per via del suo processo per alto tradimento.
Un Ezra Pound ormai libero e anziano si rivolge al pubblico dopo aver illustrato le sue idee chiedendo un regolare processo.
Gli ambienti tetri del carcere, l’oscurità dello studiolo di fortuna in cui scrisse The Pisan Cantos si scontrano con la luminosità e spazialità della sua arte che, nonostante la reclusione, circolava tra i lettori e gli intellettuali suscitando dibattiti, riflessioni e spaccature di pensiero. La musica è una distorsione del reale con cui si smonta il concetto stesso di materico, incarnando l’essenza del poeta che è un bimbo che gioca a creare.
Una pièce coraggiosa, messa in scena nell’ambito della 41. Edizione di Benevento Città Spettacolo, che prova a dar voce, a spiegare il pensiero di Pound, a riabilitarlo e spingere a una riflessione lontana da aprioristici ostracismi. Un tentativo di valorizzare un artista che con i suoi versi ha provato a unire diletto e riflessione sulle vicissitudini del mondo, prendendo posizioni nette contro le storture e le anomalie che spengono la vitalità dell’uomo.
Un’apprezzabile prova autoriale di Petrillo che ha proposto la lettura di una delle figure artistiche più controverse della prima parte del novecento, focalizzando l’attenzione sull’uomo Ezra, ormai anziano, tra gli anni di reclusione e la ritrovata libertà, e sul nucleo del pensiero poetico ed etico di Pound con la volontà di sottrarlo ai giudizi precostituiti.
Ezra in gabbia ha anche offerto a Mariano Rigillo l’occasione per una grande interpretazione. Il protagonista, soprattutto grazie alla gestualità e al linguaggio del corpo, ha disegnato un ritratto del poeta dalle mille sfumature. La performance è stata accompagnata dalla voce duttile di Anna Teresa Rossini, capace di dare pienezza di senso agli estratti dei testi.
Ezra in gabbia
Scritto e diretto da: Leonardo Petrillo
Liberamente tratto dagli scritti e dalle dichiarazioni di: Ezra Pound
Con: Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini
Scene: Gianluca Amodio
Costumi: Lia Francesca Morandini
Disegno luci: Enrico Berardi
Musiche: Carlo Covelli
Aiuto regia: Mario Rinaldoni
Direttore di scena: Federico Rossi
Fonico: Dario Compagnoni
Sarta: Sara Gicoradi
Amministratrice di compagnia: Elena Patruno