Ricognizione onirica dell’inconscio collettivo: il “Satyricon” di Fellini
@ Marco D’Alessio (27-02-2020)
Il Satyricon felliniano è un’opera liberamente ispirata all’omonimo testo latino di Petronio. Come l’opera stessa ci è giunta frammentata così di riflesso è concepita la pellicola: siamo immersi nel mondo di Encolpio ed Ascilto, due giovani scapestrati romani, legati al mondo dei liberti arricchiti e dei cavalieri. I due giovani amici-nemici si ritrovano a scontarsi per l’amore dell’efebo Gitone al punto da mettere quest’ultimo davanti a una scelta. Poiché il fanciullo sceglie Ascilto, i due amici si separano. Encolpio, in preda allo sconforto, si ritrova in varie avventure: scampa ad un terremoto e si ritrova a casa di Trimalcione, un liberto arricchito, che imbandisce un ampio e coreografico banchetto in cui si discute di affari, di letteratura, poesia e si raggiunge il culmine della spettacolarizzazione con la simulazione del funerale del liberto. A un certo punto Encolpio, dopo essersi ritrovato sulla nave del pirata Lica al servizio dell’imperatore, incontra di nuovo Gitone ed Ascilto e prosegue con loro nelle ultime peripezie: Encolpio combatte contro un gladiatore travestito da Minotauro fino ad essere sconfitto, mentre Ascilto rapisce l’ermafrodito, una divinità oracolare, che muore successivamente per disidratazione in una landa desolata, presagio di sventure future, che portano alla morte di Ascilto. Infine Encolpio si imbarca sulla nave con Eumolpo, un anziano poeta, che in punto di morte decide di lasciare i suoi averi a chi si nutrirà delle sue carni, cosa che il giovane si rifiuta di fare. Una pellicola del 1969 in cui emerge il gusto felliniano per il recupero del repertorio classico, ma, in questo caso, declinato secondo le percezioni del regista. Partendo dalla frammentarietà dell’opera, Fellini aggiunge episodi assenti nel testo come il rapimento dell’ermafrodito e la vicenda del minotauro nel labirinto per impreziosire i bozzetti umani che aleggiano nella narrazione. Un’opera in cui emerge una ricognizione onirica di un passato inconoscibile e un rapporto fantastorico sulla Roma imperiale decadente, ma allo stesso tempo non manca uno sguardo sulla società odierna. Infatti, le vicissitudini dei due scapestrati protagonisti sono metafora dei dubbi del percorso della vita, intervallato da ansie esistenziali e religiose fortemente simboleggiate dalle tinte fosche dell’ambientazione. Il Fellini di Satyricon pone l’attenzione sulle abiezioni umane, i sogni, le babilonie, la negatività di Encolpio, indagando l’inconscio collettivo in cui emergono le incertezze: ogni elemento contiene dei vuoti in cui perdersi e per cui perdere continuamente il filo della narrazione per mettere in luce l’interiorità umana senza tempo.
SCHEDA FILM
Satyricon
Genere: Drammatico
Anno: 1969
Regia: Federico Fellini
Attori: Joseph Wheeler, Max Born, Lucia Bosé, Alain Cuny, Hiram Keller, Danika La Loggia, Elisa Mainardi, Luigi Montefiori, Gordon Mitchell, Magali Noël, Martin Potter, Salvo Randone, Capucine, Mario Romagnoli, Giuseppe Sanvitale, Hylette Adolphe, Fanfulla
Paese: Francia, Italia
Durata: 138 min
Formato: TECHNICOLOR PANAVISION
Distribuzione: PEA – RICORDI VIDEO, PANARECORD
Sceneggiatura: Federico Fellini, Rodolfo Sonego, Bernardino Zapponi
Fotografia: Giuseppe Rotunno
Montaggio: Ruggero Mastroianni
Musiche: Ilhan Mimaroglu, Tod Dockstader, Andrew Rudin, Nino Rota
Produzione: ALBERTO GRIMALDI PER LA PEA/PRODUZIONI EUROPEE ASSOCIATE