Intervista speciale ad Alessandro Riccio, regista o, come lo definisce scherzosamente il suo collega Alberto, “regista, attore, autore, truccatore, cantante, scafista, croupier e spogliarellista” (Casa di produzione Tedavi’98)
@ Raffaella De Biasi (02-05-2020)
Alessandro eccoci, il tuo pubblico ha un filo diretto e strettissimo con te, ti cercano, ti scrivono e aspettano il momento di poterti rivedere in teatro. Ora che siamo un po’ tutti distanti ma uniti nonostante le porte chiuse, mi viene spontaneo chiederti quale porta in passato si è chiusa aprendo un portone?
“Credo che nella carriera di ogni artista ci siano continuamente situazioni che si chiudono e che ti impediscono di gestire il cammino secondo i tuoi programmi, quindi penso che sia un buon allenamento quello di fare progetti e darsi degli obiettivi, consapevoli però sempre di avere una sorta di piano b. L’importante è quando una porta si chiude o qualcosa va storto non perdere mai la capacità di andare oltre e di non lasciarsi abbattere”.
In un periodo di lockdown come questo ti senti ispirato o solo isolato?
“Questo periodo è stato molto molto difficile, ho preferito allontanarmi fisicamente dalla città, sono ancora in campagna nella mia casa in Garfagnana, e mi sono distanziato anche dal marasma dei social perché credo che sia importante cercare di riflettere bene su quello che sta succedendo, senza necessariamente condividere le proprie paure, i propri timori, le proprie angosce e la propria aggressività con gli altri. Ho sempre questa immagine davanti agli occhi quando non mi sento bene: il leone ferito che si nasconde sotto un cespuglio in attesa di tornare in forze.”
Quale è stata l’ispirazione per ‘Bruna è la notte’?
“Una mia carissima amica tanti anni fa mi regalò un’audiocassetta con le canzoni di Laura Betti, la famosa attrice romana che ha lavorato tante volte con Pier Paolo Pasolini – un’artista estremamente provocatoria, irrispettosa, irriverente – e le canzoni che cantava in questa cassetta erano molto interessanti. Questa cassetta è rimasta nella mia libreria per tantissimi anni e pur avendo sempre voglia di farci qualcosa non trovavo mai l’idea giusta, che invece è arrivata il giorno in cui feci sentire queste canzoni al mio collega Alberto Becucci, il fisarmonicista che è in scena con me nello spettacolo, e insieme abbiamo cercato di trovare un collante a tutte queste musiche così inusuali.”
Cos’è la Notte ?
“Io sono un amante del giorno, amo moltissimo il sole, l’orario che preferisco della giornata è il dopo pranzo. Quando il sole è alto e c’è ancora quella sorta di calma e di consapevolezza di avere tutta la giornata davanti. Non sono nottambulo. La notte a volte mi dà anche un po’ fastidio perché ti costringe a trovarti da solo con i tuoi pensieri le tue paure. Una delle cose che mi dà più fastidio è quando mi sveglio di notte e la testa comincia a frullare. Quello che cerco sempre di fare durante la notte e non farmi troppo trasportare dai brutti pensieri o dalle paure perché so che poi la mattina dopo, quando mi sveglio, tutto è risolvibile.”
La tua scenografia è sempre molto articolata, apparentemente confusionaria ma invece ogni cosa è sempre al suo posto. Sono elementi che ti corrispondono?
“Io amo molto la scenografia, trovo noiosi gli spettacoli dove si pretende di fare senza, forse perché sono una persona che dà molta importanza all’aspetto visivo. Chi è stato nel mio studio ha visto che mi piace circondarmi di oggetti strani e riempire ogni angolo, com’è giusto secondo me fare anche nella propria vita: riempire ogni istante dell’esistenza con sfumature, riflessioni, suggestioni emozioni. Ed è proprio così che concepisco la scenografia: un insieme di elementi che hanno come comune denominatore il dinamismo, ovvero una delle caratteristiche che mi contraddistingue di più.”
Se domani aprissero i teatri cosa porteresti in scena?
“Ho molti nuovi progetti in testa che vorrei portare in teatro. Prima di tutto lo spettacolo con l’Orchestra della Toscana che rappresenta la terza produzione che faccio con questo straordinario ensemble e che ha come protagonista Giuseppe Verdi, ovviamente raccontato a modo mio. Poi vorrei riproporre La meccanica dell’amore che era prevista per marzo al Teatro dell’Antella con la mia straordinaria compagna di palcoscenico Gaia Nanni. Sto anche pensando a un paio di spettacoli nuovi, uno da proporre al Teatro Segreto che è il piccolo teatro dove ha sede la nostra casa di produzione, più un’altra idea interessante sul post rivoluzione francese perché amo tantissimo la storia e in questi giorni si è rafforzata la convinzione che studiare la storia ti permetta di vivere il presente con una maggiore consapevolezza.”
Alessandro, grazie delle emozioni, a presto.
“Abbracci grandissimi! Evviva il teatro!”