Nel giorno della morte rendiamo omaggio a Luis Sepùlveda riproponendo il resoconto, scritto da Anna Di Mauro, dell’incontro dello scrittore cileno con la città di Catania, avvenuto il 17 novembre 2016 in occasione del ciclo “Paesaggi marini”.
Catania incontra Sepulveda. Ultimo incontro del ciclo “Paesaggi marini”
@ Anna Di Mauro (21-11-2016)
Uno straripante Teatro Sangiorgi, diramazione del Teatro Massimo Bellini di Catania, ha ospitato il quinto ed ultimo incontro della prima edizione di “Paesaggi marini”, progetto itinerante che si è prefisso di esplorare la Sicilia attraverso cinque incontri culturali e cinque itinerari turistici, partendo dalle città di mare e dalle suggestioni di grandi scrittori.
Protagonisti degli incontri precedenti gli scrittori Ben Jelloun, Santo Piazzese, Matteo Collura, Dacia Maraini con gli attori Edoardo Siravo, David Coco, Vincenzo Pirrotta, Lucia Sardo e con i musicisti Danilo Rea, Francesco Buzzurro, Dino Rubino, Nello Toscano Quintet. Partita da Palermo il 16 Giugno, dopo le tappe a Marsala, Siracusa, Agrigento, il 17 Novembre la rassegna è approdata a Catania per la sua conclusione.
L’interessante iniziativa che fonde letteratura, teatro e itinerari turistici, è promossa dall’Assessorato regionale di Turismo, Sport e spettacolo e ideata e organizzata dall’Associazione Taormina Book.
Lo scrittore cileno Luis Sepùlveda è stato il protagonista dell’ultima tappa. Una serata significativa per i catanesi, sempre sensibili alle occasioni culturali e avidi di eventi, purtroppo, se non rari, poco presenti nel territorio, che sono accorsi numerosi sotto la pioggia per incontrare una delle più amate personalità della letteratura contemporanea e per la presentazione in anteprima nazionale del suo ultimo libro, “La fine della storia”, assiepando il teatro fino all’inverosimile, in un vero e proprio bagno di folla calorosa ed attentata.
La lettura di alcune pagine dalla voce dell’attore Mariano Rigillo ha suscitato riflessioni e sorrisi, intrisi di commozione. L’argomento del libro, che Sepùlveda ha impiegato anni a elaborare e che segna il suo grande ritorno al romanzo, dopo una serie di produzioni letterarie dedicate all’infanzia, è scottante. Luis lo ha dedicato alla moglie, la poetessa Carmen Yanèz, “Sonia, la prigioniera 824”, vittima delle sevizie nella famigerata Villa Grimaldi cilena, salva perché creduta morta, che continua a poetare, ricordando e rivendicando, con la sua intatta gioia di vivere, nonostante gli orrori subiti. Se non biografico, il romanzo si ispira certamente agli eventi personali dello scrittore e della moglie. Per non dimenticare.
I protagonisti infatti sono reduci dalla tragedia scoppiata all’indomani del golpe cileno del 1973 e della scomparsa di Allende a seguito del feroce insediamento di Pinochet, tragedia di cui lo stesso scrittore, è stato protagonista, vittima del carnefice regime, imprigionato e torturato.
Nel romanzo una coppia scampata al mostruoso golpe, Veronica, rimasta muta a seguito delle torture subite e Juan Belmonte, ex guerrigliero, desideroso di dimenticare, rifugiatisi in Patagonia, lontani dai ricordi, verranno nuovamente coinvolti nell’orribile passato, loro malgrado, da eventi imprevedibili. Un thriller ambientato in Cile, a sfondo politico che raccoglie l’eredità di una memoria catartica, dove l’umano supera il disumano, lasciando posto alla speranza.
Sì, speranza in un mondo migliore che Sepùlveda coltiva, nonostante i trascorsi, e che ha manifestato durante l’intervista condotta dal giornalista Alberto Bilà, dove è emersa la sorridente e lucida intelligenza di un uomo che ha sofferto e che ha dedicato la sua vita a un impegno letterario che è tutt’uno con l’impegno civile, monito a vivere una vita degna di essere vissuta, senza inutili rancori, dove il perdono è possibile, a patto che ci sia il pentimento.
A conclusione dell’incontro, dopo avere ricevuto il Premio Sicilia per le sue qualità letterarie e morali, lo scrittore si è congedato con un sorridente e sereno saluto ai catanesi plaudenti.
Al sassofonista Francesco Cafiso, tra i talenti più precoci del Jazz, il compito di chiudere la serata con l’esecuzione di alcuni suggestivi brani al pianoforte e al sax.
Perchè leggere questo libro? Perchè è un’alta prova letteraria e perché abbiamo un grande bisogno dei valori che il romanzo induce.
L’indignazione inevitabile suscitata dall’orrore della crudeltà umana è mitigata e sublimata dall’attivismo dell’indomabile coppia cilena che è riuscita a superare l’horror vacui in onore di una ridestata e dignitosa volontà di vita e di amore. Un esempio per tutti noi.
Luis Sepùlveda
“La fine della storia” (Traduzione di Ilide Carmignani)
Casa Editrice Guanda. 2016.
Euro 17.00