Al Teatro Tor Bella Monaca è andato in scena l’omaggio a Django Reinhardt, il simbolo del Jazz Manuche
@ Simona Almerini (21-02-2020)
Roma – Il musicista, nato in Belgio, ma proveniente da una famiglia di etnia sinti, si trasferì con la propria carovana nei pressi di Parigi, dove visse in una roulotte. Django fin da bambino dimostrò un grande talento nel suonare il banjo, e grazie a ciò si esibì in alcune orchestre riuscendo a mantenere la famiglia. Quando era ancora molto giovane fu vittima di un incidente, in cui la roulotte dove viveva con la moglie incinta prese fuoco. I due si salvarono ma Django perse irrimediabilmente l’uso dell’anulare e del mignolo della mano sinistra. Se all’inizio ciò gli provocò un grande sconforto perché gli rendeva impossibile suonare il banjo, non si perse d’animo e cominciò a suonare la chitarra, inventando un metodo rivoluzionario, cioè eseguire gli arpeggi in modo verticale piuttosto che orizzontalmente. Il resto è storia, perché Django Reinhardt ancora oggi è considerato uno dei più grandi musicisti jazz.
Giorgio Tirabassi, attore e regista di cinema, serie tv e teatro è anche un chitarrista, appassionato di jazz e in particolar modo della musica di Django Reinhardt. Assieme a quattro musicisti dell’Hot Club Roma (Moreno Viglione, Gianfranco Malorgio, Gian Piero Lo Piccolo, Renato Gattone) ha suonato con molta energia e passione, parte del repertorio del musicista sinti, alternando il racconto di alcuni aneddoti della sua vita.
Un’iniziativa che rientra nel ricco programma del Teatro Tor Bella Monaca, nato quindici anni fa (dal 2013 la direzione è affidata ad Alessandro Benvenuti) in un quartiere di periferia che non disponeva di un’adeguata proposta culturale. E se anni fa poteva sembrare una scommessa azzardata oggi è diventato un punto di riferimento per tutta la zona (e non solo), prova ne è che gli spettacoli sono spesso sold out.