“Libertà vo cercando…”. La “Carmen” apre la stagione del Bellini di Catania

“Libertà vo cercando”. La “Carmen” apre la stagione del Bellini di Catania

@ Anna Di Mauro (27-02-2020)

Catania – Opera popolarissima che ha conquistato i cuori e le orecchie dei melomani ma anche dei non addetti ai lavori, la “Carmen” di Georges Bizet ritorna sul palco di quel gioiello architettonico che è il Teatro Massimo Bellini di Catania, con la regia di Luca Verdone e un ricco cast internazionale. Una scelta che conferma la volontà dell’Ente lirico di venire incontro al gusto del pubblico, inevitabilmente attratto dalle opere note. La “Carmen”, rappresentata per la prima volta nel 1875 a Parigi, si impose con tre novità nel panorama lirico di fine Ottocento: l’esotismo della Spagna, un inedito ritratto di ideale femminino e un tessuto musicale innovativo, terza ma non ultima componente che fece di quest’opera un successo inarrestabile. Più che mai attuale, il tema risuona degli echi del femminicidio in una storia dagli accenti veristi, irrorati dalle celebri musiche di Bizet, dove il ritmo popolare andaluso accompagna con accattivanti melodie l’esplosione di libertà della donna che non conosce argini e confini. Incarnata nel personaggio della seducente Carmen, ardente gitana, sanguigna e passionale, prototipo di una libertà rivendicata, eroina moderna e spregiudicata, la femme fatale del popolo è destinata alla violenza di un mondo maschile narcisista che, pur travolto dal desiderio, non accetta la donna libera e indipendente. All’arrivo di Carmen tutti gli uomini spasimano per un suo bacio, ma lei sfugge al cappio, mentre modula lo splendido Habanera, manifesto della natura incostante e irrazionale dei sentimenti. Forte, trasgressiva, selvaggia, Carmen irretisce Don Josè, un brigadiere già fidanzato alla dolce Micaela, lo travolge con le sue armi seduttive, facendolo precipitare in un gorgo di perdizione, fra tralignamenti e tradimenti, fino ad abbandonare la fidanzata e l’esercito per seguirla sulle montagne, in un covo di contrabbandieri. L’arrivo del torero Escamillo, nuovo amore della bella gitana, getta Don Josè nello sconforto e nella disperazione. Dopo un inevitabile duello con il rivale, all’ennesimo rifiuto di Carmen che scaglia a terra l’anello che le aveva regalato, l’amante rifiutato, brandendo il coltello, simbolo di virilità oltraggiata, lo affonda nelle desiderate carni della donna che aveva osato lasciarlo: un gesto di libertà che ancora oggi non è accettato dal maschio violento e prevaricatore, in realtà debole nella sua fragilità. Il dramma si chiude con il pianto di Josè sul corpo senza vita della sua amata Carmen, uccisa di sua mano. Tragedia intessuta di armonie appassionate, la “Carmen” in questa edizione, conforme alla tradizione, è firmata da Luca Verdone che ha anche curato la scenografia, sottraendola (unica scelta divergente) al luogo originario e ambientando con scenari decisamente semplici la vicenda in Sicilia, alla fine dell’Ottocento. Le passioni verghiane della Lupa riverberano sul tessuto musicale, sostenute dal bel timbro profondo e potente del mezzo soprano Anastasia Boldyreva, che con la sua elegante bellezza nordica, in contrasto con la calda esuberanza mediterranea del personaggio, incarna con stile la figura della seducente e ribelle gitana, affiancata dal tenore uruguayano Gaston Rivero, non sempre a suo agio nell’azione drammaturgica, mentre nei panni di Escamillo ascoltiamo cimentarsi il baritono Simone Albertini. La bella voce e la presenza scenica di Daniela Schillaci nei panni della trepidante Micaela hanno meritatamente suscitato particolare plauso. Di buon livello anche le parti di fianco anch’esse sostenute da cantanti di vaglia come Costanza Fontana, Albane Carrere, Filippo Lunetta, Saverio Pugliese. Il coro di voci bianche, diretto da Daniela Giambra, ha illeggiadrito le scene corali, rischiarando con le sue note argentine la cupa atmosfera del dramma.

In pregevole sintonia l’orchestra diretta da Fabrizio Carminati e il coro del Teatro Massimo Bellini diretto da Luigi Petrozziello.

CARMEN

Opera – comique in quattro atti di Henri Meilhac e Ludovich Halèvy

Musiche di Georges Bizet

Personaggi e interpreti

Don José Gaston Rivero, Zi-Zhao Guo (1, 3 marzo)

Escamillo Simone Alberghini, Pierluigi Dilengite (27, 29 febbraio, 3 marzo)

Le Dancaïre  Filippo Lunetta

Le Remendado Saverio Pugliese

Moralès Claudio Mannino

Zuniga Gaetano Triscari

Carmen Anastasia Boldyreva, Albane Carrère (27 febbraio)

Micaëla Daniela Schillaci, Julia Arajuio (27, 29 febbraio)

Frasquita Anna Delfino

Mercédès Albane Carrère, Sonia Fortunato (26, 27 febbraio, 1, 3 marzo)

Orchestra e Coro del Teatro Massimo Bellini
Coro di Voci bianche interscolastico “V. Bellini”

Direttori Fabrizio Maria Carminati
Takayuki Yamasaki (29 febbraio, 1, 3 marzo)

Maestro del coro Luigi Petrozziello

Maestra del coro di Voci bianche Daniela Giambra

Regia Luca Verdone
Scene Luca Verdone da un progetto di Virginia Vianello

Costumi Alberto Spiazzi

Movimenti scenici Giusy Vittorino

Luci Franco Buzzanca

Assistente ai costumi Giovanna Giorgianni

Nuovo allestimento scenico in coproduzione con Fondazione Teatro Massimo, Palermo

Al Teatro Massimo Bellini di Catania fino al 3 Marzo