Una Sicilia futuribile con “Antudo” di Eliana Silvia Esposito al Canovaccio di Catania
@ Anna Di Mauro (11-02-2020)
Catania – Il coraggio e la speranza sono i guerrieri di luce invocati in questo spettacolo visto al Canovaccio di Catania. Il misterioso grido “Antudo”, acronimo di Animus Tuus Dominus, secondo gli studi di Santi Correnti sarebbe la parola d’ordine segreta dei congiurati durante i Vespri siciliani del 1282, adottata successivamente nelle successive rivolte e dai partiti separatisti e indipendentisti, volti a scardinare il dominio dei “signori”, l’ottuso potere che da secoli sfrutta la Sicilia, una terra di conquista che è stata culla di grandi civiltà. La storica parola d’ordine dà il titolo all’appassionata novità teatrale di Eliana Silvia Esposito, dove in un futuro prossimo, intorno al 2050, un manipolo di coraggiosi, ribelli al potere dominatore, lotta per riconsegnare la Sicilia ai siciliani, finalmente libera e indipendente da un servaggio endemico. Al centro della storia, ai confini con la fantascienza, vediamo questo pugno di valorosi e intraprendenti, pronti a sacrificare la vita pur di liberare e liberarsi del Potere che occultamente e subdolamente, attraverso allucinanti strategie tecnologiche manipolative, molto vicine alla nostra contemporaneità, mira al controllo totale della popolazione, disattivando i cervelli attraverso un microchip che ottunde la memoria facendo emergere una seconda personalità, serva del potere. Nell’incipit dello spettacolo introdotto dalle magnifiche note dell’ouverture della Norma di Vincenzo Bellini, vediamo un uomo segregato in un laboratorio misterioso dove due scienziati, un uomo e una donna lo tengono apparentemente prigioniero. L’uomo non ricorda nulla del suo passato e inizialmente crede di essere in balìa dei suoi presunti aguzzini. A tempo e luogo, disattivata la personalità occulta, l’equivoco viene svelato. Lui è in realtà Santo, indipendentista catanese imprigionato durante un comizio; lei è Piera, la sua donna; l’altro un compagno di lotta. Il rischio è grande, ma i coraggiosi siciliani non demordono. Complice un altro giovane (in proiezione virtuale) che sostiene la loro lotta, favorendo i piani della cellula ribelle, al grido di ANTUDO, dopo avere recuperato la memoria di Santo, sfideranno il Potere. Eludendo per pochi minuti il controllo mediatico, i tre compagni riveleranno in una trasmissione TV le trame dei politici, gridando l’aberrante verità ai telespettatori. Il crescendo di tensione sfocerà in un commovente scritto di speranza che vedremo scorrere come un fiume, lavacro purificatore, nel video conclusivo, mentre i protagonisti raccontano, come una fiaba, il futuro finalmente roseo della Sicilia e del Sud, biecamente sfruttati e maltrattati dalle dominazioni prima e dai governi settentrionali dopo, fin dalla formazione dell’Unità d’Italia. “Antudo” per il suo contenuto si presta certamente a dubbi e riflessioni, al di là delle emozioni che inevitabilmente suscita. La questione meridionale rimane una piaga ancora aperta nel solco della giovane nazione, è vero, ma ai mali endemici della Sicilia non sono estranei i siciliani, corrotti e diseducati dal giogo secolare. Consegnare la Sicilia ai siciliani così come sono in questa fase storica potrebbe essere un’operazione che comporta molti rischi, a parte l’anacronismo dell’isolamento. Ma al sogno non si comanda… Vibrante di candida passione civile, a tratti lievemente ridondante e didascalica, la pièce, che riprende lo stile di un film d’azione e vuole essere un omaggio alla memoria di Santo Trovato, indipendentista storico catanese, si avvale di un testo ricco e articolato, di una intensa interpretazione di Raffaella Esposito nei panni di Piera, di un convincente Santo di Paolo Toti, di un energico Giuseppe Aiello, coadiuvati dalla vivace drammaturgia che intreccia all’azione sul palco, scenografato dal famoso disegnatore di Zelig Alvalenti, i filmati dove vediamo validamente impegnati gli attori Carmela Buffa Calleo, Mariagrazia Cavallaro, Luciano Leotta, Salvo Motta, Alberto Abbadessa. La musica di Vincenzo Bellini apre, accompagna e chiude la pièce con le sue note immortali. L’amaro destino dell’isola per metafora geologica posta ai piedi della penisola come un pallone su cui lo stivale dell’Italia sembra che stia per assestare un calcio, è stato costantemente al centro degli interessi della nostra autrice, che con “Antudo” si mostra ancora una volta attenta ai destini del popolo siciliano che ama e vuole vedere libero. La forma fresca ed energica del suo ultimo lavoro la conferma sinceramente impegnata in un percorso teatrale di tangibile impegno civile che, pur sfiorando l’utopia, sia sprone all’inettitudine di un popolo addormentato. “Nessun dorma…” diremmo con Puccini, col permesso di Bellini.
ANTUDO
Il coraggio sia il tuo signore
Testo e regia di Eliana Silvia Esposito
Regia e montaggio corto Alessandro Marinaro
Riprese e montaggio corto Fino La Leggia
Con
Giuseppe Aiello, Paolo Toti, Raffaella Esposito
E con la partecipazione in video di
Carmela Buffa Calleo, Mariagrazia Cavallaro, Luciano Leotta, Salvo Motta, Alberto Abbadessa.
Musiche Vincenzo Bellini
Scenografia ed effetti di Alvalenti
Produzione Teatro del Canovaccio
Al Teatro del Canovaccio fino a Domenica 16 Febbraio