Tramonto di una bambina prodigio. ‘Che fine ha fatto la piccola Stella?’ di Simona Almerini al Teatro di Cestello di Firenze
@ Raffaella De Biasi (25-11-2019)
Firenze – Attraverso una vecchia pellicola dallo stile digitale vintage ci troviamo proiettati negli anni ’50 e vediamo la famiglia di Stella, una bambina prodigio che, in virtù della sua bellezza e della sua bravura nel cantare e ballare, riesce a diventare così famosa da essere richiesta ovunque; viene persino venduta nei negozi una bambola giocattolo “Stella” simile a lei.
Alla fine della bobina invecchiata, la scena cambia completamente: la protagonista e sua sorella Ginevra appaiono adulte. Stella non è più apprezzata dai produttori e i suoi fallimenti la portano inevitabilmente a darsi all’alcol. Viceversa la sorella Ginevra timida ed introversa e per niente incoraggiata dal padre diventa una famosa artista apprezzata in ogni ambiente. Memore di una promessa fatta alla madre e chiedendo aiuto alle sue conoscenze, cerca di garantire alla sorella una discreta produzione di canzoni, imponendola ai produttori. Stella però è sempre ubriaca, irascibile e finisce per non ricevere più offerte di lavoro. Ma in breve tempo anche a Ginevra cambierà la vita a causa di un terribile incidente, apparentemente causato da Stella, che la confina su una sedia a rotelle per sempre.
La loro vita si trasforma in un incubo reciproco, l’una per dover sopportare la pena dell’invalidità, l’altra consumata dalla gelosia per il tuttora vivo successo della sorella. Stella farà subire terribili soprusi a Ginevra, sottraendole le lettere degli ammiratori, uccidendole il gatto e togliendole il telefono dalla camera per isolarla dal mondo.
In questo buio totale di solitudine e cattiveria, a illuminare la vita della ex cantante c’è la domestica – Rita – donna leale, onesta e profondamente affezionata a Ginevra. La situazione precipita e Stella rinchiude la sorella in camera senza darle da mangiare e privandola anche dell’unico conforto di Rita, che provvede a licenziare. La governante però non si scoraggia e con un escamotage rientra in casa, tenta di salvare Ginevra, a questo punto resa completamente inerme, legata e imbavagliata. Purtroppo Stella rientra e, presa dal disorientamento e dal panico, uccide la domestica.
Stella si impaurisce per il gesto compiuto, e ha una sorta di regressione anagrafica che la spinge a cercare un altro colpevole, un appiglio per un possibile cambiamento del terribile finale o perlomeno a fare di tutto per deresponsabilizzarsi dell’accaduto di fronte a se stessa.
L’opera Simona Almerini, pur liberamente ispirata al romanzo di Henry Farrell del 1960 What Ever Happened to Baby Jane?, ha una sorprendente vita propria, che porta lo spettatore a domandarsi come andrà a finire. Una delle motivazioni per le quali il testo è completamente innovativo è la figura di Rita, la governante, così incisiva, determinata e determinante. L’interprete Bettina Bracciali si muove sulla scena quasi ricoperta da un velo invisibile, che la astrae dalla vita delle due sorelle disgraziate, ma al contempo appare premurosamente calata nelle vicende del piccolo nucleo disfunzionale sino a fare di tutto per riportarvi equilibrio e normalità. Rita ci accompagna per un istante accanto alla figura pragmatica e delicata di Mami di Via col vento, la bambinaia severa e amorevole di Rossella. Mami accudisce e sgrida la piccina, come fosse sua. Un amore viscerale, simile a quello di una madre. Poche battute, quelle Bettina Bracciali, che imprimono un segno diverso alla figura stessa della governante attraverso il timbro chiaro e soave, deciso e rassicurante. Dà forma a un personaggio apparentemente secondario i cui gesti riempiono la scena di umanità, calore e preoccupazione.
La scenografia è funzionale a ciò che il testo suggerisce. Presenta due stanze della casa, tuttavia siamo certi di aver già conosciuto tutta la sistemazione e la struttura dell’edificio: l’ingresso principale e l’ingresso dal retro, la cucina e la camera dissestata di Stella. Non sembra frutto della nostra fantasia il poter descrivere il letto, i cassetti della scrivania dove Stella nasconde i suoi segreti o il cestino, nel quale trovano dimora tutte le missive indirizzate a Ginevra. La camera di Ginevra si manifesta fin dall’inizio come una gabbia, una prigione, e i sentimenti che provoca sono di costrizione, di solitudine e di una vita persa nei ricordi e nel silenzio.
Un’interpretazione tutta al femminile, che segue un ritmo cadenzato perfetto e risuona nelle nostre anime.
I Pinguini presentano
Che fine ha fatto quella piccola stella
di Simona Almerini
con Cristina Bacci, Eleonora Cappelletti, Bettina Bracciali
Costumi di Fiamma Mariscotti
Scenografia di Lorenzo Celsi
Tecnico Audio/Luci di Sara Manzi
Regia Pietro Venè