Nel limbo post mortem di Sarah Kane tutto è possibile
@Anna Di Mauro (16-10-2019)
CATANIA – La rassegna teatrale Olodrammi, di MezzARIA TEATRO, apre i battenti sul suo breve ma intenso itinerario tra amori e solitudini con “Io, Sarah” monologo sconcertante tratto da “Ultime ore di Sarah Kane” di Francesca Auteri. Adattato e diretto da Giovanni Arezzo con Alice Sgroi che ne è anche interprete, l’opera si snoda in un dialogo serrato con l’Altro da sé, greve della struggente memoria di una delle icone della letteratura americana Underground, morta suicida in un ospedale psichiatrico, strangolandosi in bagno con i lacci delle scarpe. Intensamente e appassionatamente interpretato da una prorompente Alice Sgroi, in una delle sue performance più interessanti, lo spettacolo ci impone l’immaginario post mortem della scrittrice, in una surreale scomposizione del suo io segreto, svelato e portato alla luce in uno scenario spoglio, dove la donna si muove parossisticamente, in un diluvio di parole, gesti, in una fratta solitudine, invocando amore, mostrando impudicamente le sue ferite, la sua depressione, il suo dialogo con la morte, già inseguita e finalmente trovata.
Argomento scabro, che non lascia spazio e chiude il fiato, davanti a tanta sofferenza, a tanto dolore. Eppure la vitalità, mai scomposta, e le variazioni del regista e dell’interprete hanno reso possibile assistere con partecipazione e compassione, ma senza facili compiacimenti, al Calvario di una donna di ventotto anni, sola, delusa, senza domani. La scena vuota offre un pavimento e pareti. Nient’altro. Vuota e deserta come l’anima di Sarah. In questo vuoto spiccano a terra quattro pagine gialle sparse ai quattro angoli del palco. Una lettera d’amore. Quell’amore invocato, inseguito, accarezzato, cercato ai quattro angoli della terra, che esplode in questa lettera, magico filo che ci condurrà a un finale inatteso.
Una bella prova di maturazione artistica quella che ci offre Alice Sgroi, dopo “Aquiloni”, per citare una delle sue interpretazioni più convincenti, che segna una tappa significativa nel suo cammino artistico, pregevolmente istintivo, qui più consapevole. Il grido di Sarah/Alice è il grido universale dell’amore negato.
IO, SARAH
Ultime ore di Sarah Kane
Tratto dal romanzo “Ultime ore di Sarah Kane” di Francesca Auteri
Adattamento e regia di Giovanni Arezzo e Alice Sgroi
Regia di Giovanni Arezzo
Con Alice Sgroi
Voce registrata Claudia Fichera
Assistente alla regia Gabriella Caltabiano
Costumi Grazia Cassetti
Disegno Luci Carmelo Lombardo
Organizzazione Filippo Trepepi
Produzione MezzARIA TEATRO
Al Teatro del Canovaccio di Catania