SEI personaggi. UN attore. TANTO metateatro
@Anna Di Mauro (10-10-2019)
CATANIA – Con “SEI. E dunque perché si fa meraviglia di noi?” di Roberto Latini si è aperta al Centro Zo di Catania, la collaudata rassegna AltreScene al suo 14esimo anno, che offre nel suo ricco cartellone un panorama dei nuovi orientamenti del teatro contemporaneo internazionale, con uno sguardo attento e dialogante ai talenti siciliani.
Questo primo spettacolo di forte impatto ha tutti i connotati per essere in riga con le migliori tendenze odierne. Un testo classico, i “Sei personaggi in cerca d’autore”, una scenografia essenziale ma d’effetto, un attore generoso, in un monologo ricco di variazioni nei registri, nell’aspetto, nelle atmosfere. Un corpo a corpo con il pubblico che entra a piccoli gruppi, mentre Lui se ne sta appollaiato in una sorta di trespolo, in controluce di spalle, silente, contemplando la tenda bianca per ora di fronte, che farà poi da sfondo. Si muove a scatti, gesticolando improvvisamente, inguainato in calzamaglia di pelle nera, canotta bianca, gorgiera (evocativa di echi shakespeariani), maschera bianca da Commedia dell’arte.
E’ l’Attore, impersonato dal giovane performer plurisemantico Piergiuseppe Di Tanno, premio Ubu 2018, che riassume in una vocalità pluridirezionale veicolata da un corpo tangibilmente coeso e dissonante, la sintesi degli stili del teatro, dalle origini (tracce della danza Butoh) a un presente tecnologico, passando per il centro del dramma pirandelliano, forgiato dall’urgenza prepotente e violenta di vivere dei suoi sei personaggi, in una sfaccettata e sfrangiata composizione/scomposizione della realtà e della finzione, giocando con il pubblico in una performance dai bordi taglienti, senza risparmiarci il sudore e la fatica dell’artista, fino ai lavacri di uno “spumeggiante” finale, dove la vasca in cui è annegata la bambina dei Sei personaggi diviene la mitica vasca da bagno delle star hollywoodiane, in un ironico e sorprendente rovesciamento simbolico, che scioglie (apparentemente) le tensioni accumulate nella forte pièce, catturante, anche se con qualche sbavatura, e con un ritmo di parole che non lascia tregua. “Ma se è tutto qui il male! NeIle parole!” Il dramma dei Sei personaggi qui diventa il dramma dell’Attore, rovesciato. Chi dà vita ai personaggi non ha la propria di vita, ma contenitore della loro vita e morte. Tragicommedia dell’artista qui sfoderata senza pudore e senza drammi, mostrato in un vortice ammaliante, ricco, crudele. Una bella prova di ciò che può dire un testo classico opportunamente riadattato e gestito in un taglio di ingegnosa contemporaneità. Roberto Latini, attore e regista pluripremiato, fondatore della compagnia Fortebraccio teatro, passando da Goldoni esplora l’universo pirandelliano, offrendo una efficace rilettura dell’immortale autore siciliano in un crescendo dove autore e attore, complici, rivelano squarci e striature di un panorama conosciuto ma sempre fertile, addobbato e scarnito di suggestioni sonore, visionarie, materiche, senza lasciare né imboccare la via maestra. Un non luogo che diventa pura metafora del teatro, dove secondo le note di regia “la reclamanza, l’urgenza, insieme alla resistenza al palcoscenico sono la condizione dalla quale e intorno alla quale mi sento di voler muovere.”
SEI. E DUNQUE PERCHE’ SI FA MERAVIGLIA DI NOI?
Da “Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello
Drammaturgia e regia Roberto Latini
Con Pier Giuseppe Di Tanno
Musica e suono Gianluca Misiti
Luci e direzione tecnica Max Mugnai
Assi stente alla regia Alessandro Porcu
Produzione Fortebraccio Teatro
Al Centro Zo di Catania