Una vita senza tempo. ‘L’ora miracolosa’ della Compagnia delle Seggiole

Una vita senza tempo. ‘L’ora miracolosa’ della Compagnia delle Seggiole

di Raffaella De Biasi 09-09-2019

FIRENZE – L’esercito presidia il Forte Belvedere, la famiglia Medici si è rifugiata in una splendida gabbia d’oro, che sovrasta Firenze, per scampare alla peste.

Innegabile è lo stordimento che prova l’essere umano nel trovarsi immerso in un tale incanto. Santa Maria del Fiore e la cupola del Brunelleschi, San Miniato e il Piazzale si mostrano come particolari di un arredo celestiale al quale non si può fare l’abitudine. L’altura del Forte offre il punto di osservazione ideale per sentirsi nel medesimo istante partecipi e distaccati dalla realtà quotidiana della città in misero subbuglio.

Chi va là, parola d’ordine!” urla il Capitano al soldato e a partire da questo incipit il presente si dissolve, e ci ritroviamo nel 1600 a condividere gli stati d’animo dei soldati del contado fiorentino arruolati per proteggere la famiglia Medici da ingressi pericolosi al Forte.

Gli stati d’animo si affannano a inseguire i ricordi del passato, delle famiglie e il desiderio di casa si fa più urgente del pasto sicuro.  I soldati rievocano i momenti di quell’ora speciale in cui la sera comincia ad addensarsi per diventare di lì a poco notte, e la cerimonia del sonno si avvicina. La calda voce di una mamma, o di una moglie, che li saluta con un bacio. Niente vale quel caldo saluto, neanche lo splendore dell’Arno che luccica sotto le stelle e al soldato Giovanni, il più semplice delle brigata, manca il paesino di Fucecchio. Pregna di tutta l’ironia di cui solo i fiorentini sono capaci, l’espressione basita del Capitano – un sempre sorprendente Fabio Baronti – nell’apprendere questo ricordo nostalgico del soldato non può che rivolgersi verso la cattedrale.

Arriva dunque il momento del calar del sole, quell’istante quieto che lascia spazio alla mente per pensare alle opere più dolci e intime. Giunge il momento della speranza e dell’attesa, quell’attesa carica di aspettative che precede il giorno nel quale avverrà la festa. Il capitano di brigata vola con la fantasia trasportandoci al prodigioso “Sabato del Villaggio” di Giacomo Leopardi, tutti lì riuniti e operosi e nel contempo a temporeggiare affinché quel momento tanto atteso non sopraggiunga e si consumi velocemente. E’ l’ora che approda come un vascello immerso nelle nebbie dello stupore e in un batter d’occhio avvolge l’immaginazione con mille sogni.

Non è pleonastico affermare che in questa commovente commedia si raccolgono la magia, il terrore, la prossimità e il modo diverso di percepire lo scorrere delle ore di un secolo oramai trascorso ma che ancora pulsa nella memoria collettiva. Un viaggio itinerante à rebours tra i percorsi di una vita sospesa dove l’arrivo della vivandiera, una scoppiettante Sabrina Tinalli, irrompe con vivacità e pragmatismo goldoniano a concludere l’opera.

L’ORA MIRACOLOSA

spettacolo di Riccardo Ventrella,

con Fabio Baronti, Neri Batisti, Luca Cartocci, Raffaello Gaggio, Andrea Nucci, Sabrina Tinalli

realizzato da La Compagnia delle Seggiole in collaborazione con Once extraordinary events e Fondazione Teatro della Toscana