L’Envol, centro di assistenza sovversivo. ‘Le invisibili’ di Louis-Julien Petit, piccolo capolavoro inaspettato fra Ken Loach e Agnès Varda
di Sergio Cervini 22-04-2019
Immaginate di dover lasciare alle sei del mattino, ogni giorno, il centro notturno che vi ospita, spesso con malagrazia e attitudine concentrazionaria, e attraversare tutta la città per arrivare fino ai cancelli dei locali di assistenza diurna femminile. Con ogni clima, quando i cristalli di gelo vi entrano nel sangue e nei polmoni e quando la canicola vi schiaccia sul marciapiede affocato spegnendovi il respiro. Non avete i soldi per i mezzi pubblici, perciò siete costrette a coprire l’intera distanza a piedi portandovi appresso le vostre povere cose, stipate alla rinfusa in borsoni e zaini pesantissimi. Ogni giorno, avanti e indietro, sotto la pioggia o le sferzate del vento. In attesa davanti al cancello i borbottii di impazienza, di stanchezza, si fanno esasperazione collettiva, rabbia frantumata e dissonante, brama frustrata di un posto caldo e pulito, di un buono mensa, di uno scontrino di accesso alle docce consegnato insieme a un po’ di bagnoschiuma versato su un quadratino di plastica.
L’Envol però è un centro diurno particolare, atipico, nel quale le donne tornano volentieri, perché non trovano soltanto il conforto minimo della sopravvivenza, il benessere dato dall’acqua che scivolando sulla pelle si porta via per un breve istante anche l’amarezza, bensì due assistenti sociali e due volontarie (Audrey, Manu, Angélique ed Hélène) che respingono il gelo burocratico di circolari farraginose, e di norme caratterizzate soltanto dalla necessità di contenere al massimo i costi e presentare risultati statisticamente tangibili. Con determinazione a tratti quasi disperata, intendono restituire visibilità e identità al gruppo di homeless che si è affidato alla loro guida e alle loro cure. E hanno solo tre mesi di tempo, prima che la chiusura stabilita dal Comune diventi effettiva.
Ispirandosi al documentario di Claire Lajeunie Les Femmes Invisibles, dedicato alle donne senza fissa dimora di Parigi, il giovane regista Louis-Julien Petit segue con uno sguardo concentrato e lieve le storie incrociate delle molte protagoniste, in cui ogni dettaglio si carica di significati ulteriori. Muovendosi fra il Ken Loach di I, Daniel Blake e la migliore ‘Nouvelle Vague’ di Truffaut e Agnès Varda, ci mostra le cose come stanno, con l’asciuttezza di Beckett e Buster Keaton, senza sottolineare troppo l’indegnità di un mondo sprofondato nell’autismo. Brevi sequenze senza parole si soffermano sull’installazione di punte metalliche sulle soglie di marmo delle vetrine griffate, o di braccioli al centro delle panchine; tutti espedienti finalizzati a impedire il riposo in ‘luoghi pubblici o privati’ dei senza tetto. A chi rifiuta di essere rinchiuso nei dormitori anonimi, così simili alle prigioni, non viene data neppure la possibilità di montare una piccola tenda in aree inutilizzate per ricreare un simulacro di abitazione. Arrivano subito arcigne delegate del Comune e zelanti forze dell’ordine in tenuta antisommossa e ruspe al seguito. Chi si oppone, rivendicando il diritto alla propria ‘casetta’, viene portato via di peso.
Come in un girone infernale (ma qual è la colpa?), queste povere donne camminano senza sosta, nonostante età e malattie, percorrendo distanze inimmaginabili. Avanzano caracollando, sfiancate dal peso delle borse, maleodoranti – dromedari vecchi e stremati nel deserto emotivo della società -.
Eppure conservano il dono dell’ironia, si identificano con icone pop assumendo i nomi di Lady D, Catherine Deneuve, Edith Piaf ecc. per stringersi addosso qualche lembo di identità, sia pure fittizia, legata all’immaginario e al desiderio. Le quattro assistenti le inducono a ricordare i loro veri nomi (perché il nome è tutto, nominare le cose significa farle esistere) e le vite ‘di prima’ (prima di cosa? chiede una delle donne, prima della strada le viene risposto). Lentamente riprendono forma le ragioniere, le intellettuali, le dattilografe, la nebbia si dirada, e assume un’evidenza epica la figura di Chantal, laconica, onesta e sensibile. Nel carcere di Loos ha seguito ogni possibile corso formativo, imparando a riparare qualsiasi cosa, dai tostapane ai motorini. Ai potenziali datori di lavoro racconta in modo neutro e minuzioso l’uccisione del marito, un aguzzino implacabile, senza omettere il particolare del sangue che colava dall’ascella. Sarà proprio lei a trovare per prima un impiego e incamminarsi verso la normalità.
Anche le altre rimetteranno insieme il mosaico del proprio Io, trascinate dalla passione di Audry & Co., che, indossando gli stessi pullover del liceo, ormai sformati e dalle maniche troppo lunghe, sovvertono le regole, imbrogliano, mentono, ignorano moniti e consigli alla prudenza per dare loro una seconda possibilità. Affinché i volti non siano più delle ombre indistinte dietro un vetro sabbiato con motivi esagonali, le assistenti fanno risorgere la bellezza originaria nascosta in ciascuna delle donne con creme, rossetto, smalto ed eyeliner, e organizzano un ballo dove possano riconoscersi le une nello sguardo delle altre. Si procurano false buste paga e lettere di raccomandazione per poterle iscrivere alle agenzie interinali. Arrivano a sottoporsi a delle sedute terapeutiche con Catherine, ex psicoanalista inerme, la più provata e indifesa, per sottrarla alla frequente narcolessia da depressione, forse un rifugio dove nascondersi dal male di vivere.
A causa di una leggerezza di Julie, ragazza selvatica che va e viene dal centro, discendente in linea retta della Mona Bergeron di Sans toit ni loi, il progetto non finirà bene. O invece sì, visto che Chantal, Catherine, Lady D, l’affascinante Françoise e le altre se ne andranno dall’Envol sfilando come top model in mezzo a burocrati e poliziotti, piene di fierezza e sarcasmo.
https://youtu.be/Dj4gkjY-N-s
Titolo originale: | Les invisibles |
Nazione: | Francia |
Anno: | 2018 |
Genere: | Commedia |
Durata: | 102′ |
Regia: | Louis-Julien Petit |
Sito ufficiale: | www.allocine.fr/film/… |
Cast: | Audrey Lamy, Corinne Masiero, Noémie Lvovsky, Déborah Lukumuena, Patricia Guery, Marie-Christine Descheemaker, Laetitia Grigy, Sarah Suco |
Produzione: | Elemiah, Apollo Films |
Distribuzione: | Teodora Film |
Data di uscita: | 18 Aprile 2019 (cinema) |