Hic et nunc e la speranza. ‘Aspettando Godot’, regia di Maurizio Scaparro, alla Pergola di Firenze. Poi al Ghione di Roma

Hic et nunc e la speranza. ‘Aspettando Godot’, regia di Maurizio Scaparro, alla Pergola di Firenze

E dal 4 al 14 aprile al Teatro Ghione di Roma

FIRENZE – Sulla strada di una campagna depressa, abbellita da un unico, spoglio salice piangente, troviamo Didi e Gogo, due sventurati senza tetto, vestiti con abiti sporchi e laceri, che ci fanno sorridere amaramente, come se il loro ruolo fosse quello dei saltimbanchi, degli artisti di strada. Quel paesaggio brullo, dove non accade mai niente, è la loro dimora, lì si concentra la loro esistenza, in quel punto osservano il passare dei giorni nell’attesa che qualcosa possa cambiare. Insomma l’ “aspettando Godot”, non incarna una tensione vana, non è un impossibile futuro migliore ma un energico e sottile credo, che conduce i protagonisti ad estendere ed elevare ciò che il quotidiano propone loro. Dunque il latino hic et nunc conquista una nuova interpretazione, non il vivere qui e ora ma il fatto che il qui e ora sono stati ieri, sono oggi e saranno domani.

L’umanità intera aspetta quel Signor Godot che non arriva mai o che invece, quando la speranza è sul punto di sfaldarsi, arriva.  E’ la speranza attesa, annunciata, amata, cercata. Il testo è noto e lascia il finale aperto a qualsiasi interpretazione come ogni più antico e recondito sogno. L’incommensurabile esecuzione di Maurizio Scaparro introduce molteplici aspetti di movimento e di conduzione sicuramente originali e ci porta indietro nel tempo, fino a epifanie incredibilmente vive e profonde della nostra infanzia.  La figura di Ponzo sembra presentarsi come il Mangiafuoco dell’indimenticabile racconto iniziatico Pinocchio, insieme a Lucky, che aderisce alla figura del burattino umanizzato.  Ponzo ha il frustino in mano, può mangiare, bere, sedersi comodamente, è cattivo, dispotico e può permettersi di dare ordini ed essere ubbidito.

Le scene ossessivamente si ripetono, come la nostra Storia, fino a quando egli pare giungere alla deduzione che tutto ciò non rafforza la sua anima. Il male e il bene, il potere dell’uno e l’impotenza dell’altro, la disarmante forza della fragilità che soggioga la prepotenza. E così Ponzo, come Mangiafuoco, alla fine piange. Gioia e Tristezza devono convivere per raggiungere un equilibrio indispensabile, e allora scopriamo che anche il film di animazione “Inside Out” si è forse ispirato a Beckett cercando di raccontare con semplicità ai più piccoli un concetto complesso. Gli attori di Scaparro mettono in scena una vera e propria metafora della nostra umanità esorcizzandone contestualmente l’abissale miseria attraverso un’ironia contagiosa. Il salice piangente rimette le foglie, non è un’illusione, è reale e di buon auspicio, forse Godot arriverà domani.

ASPETTANDO GODOT

di Samuel Beckett

con Antonio Salines, Luciano Virgilio,

Edoardo Siravo, Fabrizio Bordignon

e con Beniamino Zannoni

scene Francesco Bottai

costumi Lorenzo Cutùli

regia Maurizio Scaparro

Teatro Biondo di Palermo

Fondazione Teatro della Toscana