Notturno con poker. ‘Regalo di Natale’, dal film di Pupi Avati, alla Pergola di Firenze e al Quirino di Roma dal 7 al 19 maggio

Notturno con poker. ‘Regalo di Natale’, dal film di Pupi Avati, alla Pergola di Firenze

FIRENZE – E’ la notte di Natale e quattro amici – Lele, Stefano, Franco e Ugo – decidono di incontrarsi in una villa vicino al mare per una rimpatriata che a poco a poco segnerà la linea d’ombra fatidica della loro vita. I compagni non si vedono da tempo e, in particolar modo, due di loro non si parlano da oltre trent’anni a causa di un tradimento di Ugo con la fidanzata di Franco. Ma per affetto, per denaro o per semplice vigliaccheria l’incontro causerà lo sfumarsi, o almeno il diradarsi, di questa cortina di gelo, le cui nevi invisibili sembravano ormai perenni.

Decenni prima i quattro sono stati commilitoni e i ricordi prendono il sopravvento. Si susseguono momenti lievi e divertenti, discussioni scherzose. Accennati fendenti di ironia sottile, a volte goliardica, tracciano sulla scena un disegno che, attraverso le battute, si fa via via più fitto e concentrato.

Lucio Dalla cantava “E’ la sera dei miracoli, fai attenzione …”, e ritroviamo l’istante in cui le vite di Avati e Dalla si sono incrociate grazie alla musica, unendosi per un breve periodo nella “Doctor Dixie Jazz Band”. Anche nel testo della canzone viene raccontata una notte di Natale insolita, com’è inconsueta quella di Regalo, in cui i protagonisti trascurano i festeggiamenti con le proprie famiglie per partecipare a un partita di poker. Fin dall’inizio ci sembra, se non un presagio, una coazione ossessiva, la mala verba apportatrice di oscurità di S. Agostino, punita nel Levitico con la morte.

Le luci dell’albero stilizzato cercano di simulare il calore della festività svuotandola nello stesso tempo di senso, incongrue in un contesto innaturale. Il tavolo da gioco e le strategie sono pronti e, con l’arrivo di Ugo insieme al pollo da spennare, l’Avvocato Santelia, un personaggio cupo e indecifrabile, prende avvio un poker assai disturbato, come disturbate, fuori asse, sono le vite degli scommettitori.

Abili quanto frastornati gli amici intrecciano gioco e singole esistenze. Ora è il lavoro dell’uno che va in frantumi per una frode fiscale, ora la famiglia dell’altro che perde in una manche la sua solidità. Insomma la lievità sinistra di quelle poche ore rubate alla routine diventa per ognuno di loro un macigno insostenibile, una pena, e nella psiche affannata il cielo pare incrinarsi e precipitare, senza più sostegno.

La curiosità, la disperazione o, più semplicemente, la passione per la macchina celibe del gioco d’azzardo, che intrappola le esistenze delle persone, appaiono questioni marginali, sembrano essere solo un pretesto per ricamare con finezza le ossessioni e gli stati d’animo dei protagonisti.

Offrire un dono o riceverlo dovrebbe essere un atto di affetto autentico, una manifestazione della relazione che si instaura fra esseri umani, e niente altro. Così, Marcello Cotugno scarta il “Regalo di Natale” e lo consegna alle nostre anime con spirito sinceramente partenopeo.

 

REGALO DI NATALE

dal film di Pupi Avati

adattamento teatrale Sergio Pierattini

scenografie Luigi Ferrigno

costumi Alessandro Lai

luci Pasquale Mari

regia Marcello Cotugno

con Gigio Alberti, Filippo Dini, Giovanni Esposito, Valerio Santoro, Gennaro Di Biase

produzione La Pirandelliana

foto di scena Michele De Punzio