Puglia spettacolare
Ci accolgono i muri medievali dell’hotel Corte Altavilla di Conversano, o meglio dell’antica Norba, un reticolato di angoli e piani esperienziali da cui idealmente prenderemo le mosse per il nostro tour nello spettacolo della Puglia: Puglia, spettacolo di natura e di cultura.
I-Archeo.S., finanziato nell’ambito della prima Call del Programma CBC Interreg V-A Italia-Croazia 2014-2020, che ha fatto seguito al precedente Archeo.S. con l’attiva partecipazione del Teatro Pubblico Pugliese (nella figura del responsabile Lino Manosperta, Coordinatore del Progetto), Regione Abruzzo, Marche Teatro, Grad Pazin e Crikvenica, POU Porec (Università Popolare di Porec), ha inteso valorizzare il patrimonio locale e studiare modelli turistici alternativi, anche destagionalizzati (e particolarmente servizi ecosostenibili), facendoci partecipi (una quarantina di esponenti della cultura e dei servizi di viaggio) dell’azione pilota, accompagnati da Teo Viaggi di Teofilo Nunzio e Iris.
Dalla veranda della prima colazione, tra biscotti casalinghi e nodini di mozzarella disposti su arredi color burrata, ci occhieggia il rosone della cattedrale di S. Maria Assunta, in dialogo storico con il monastero di San Benedetto, teatro di controversie tra le potenti badesse cistercensi (che si guadagnarono l’appellativo di monstrum Apuliae) e l’autorità episcopale, ornato di splendido chiostrino, dove il capitello a labirinto allude alla complessità della vita. Il Castello con la sua pinacoteca ci conduce, al seguito del pennello secentesco di Paolo Finoglio, sui campi di battaglia della Gerusalemme liberata: Erminia, sospesa tra schiere angeliche e macchine d’assalto, ritrova Tancredi ferito, Clorinda si scontra con Tancredi, un Altavilla appunto
Quest’è pur quel bel volto onde tutt’ardi;/tuo core il dica, ov’è il suo essempio inciso
mentre noi, immergendo gli sguardi nello specchio del mago di Ascalona, siamo richiamati a riprendere il nostro percorso a ritroso verso i primi passi umani.
Ci caliamo nei bassifondi, giù nelle Grotte di Castellana, là dove lo stupore si calamita, forse si stalagmita, attratto da questo gioco di calcare che, gocciolante o gocciolato, si fa scultoreo. E procediamo tra gli atavici gioielli forgiati da milioni di anni e goccioline, mentre rimorsi animaleschi ci aggrediscono le caviglie in forma di grida serpeggianti: sono gli attori della performance Hell in the Cave, l’idea, vincente da sette anni ormai, di ricrearvi gli incontri danteschi dell’Oltretomba.
E’ora di scendere ancora fino alle oscure tiepide cantine, per assaggiare l’eccellenza del Primitivo di Manduria, l’uva che il sole bacia in anticipo sulle altre, consegnandola alla saggezza della bottiglia già nel mese di agosto.
Risaliamo negli accoglienti social-spazi della reception, rivestiti di elegante storialità, dove un long coffee notturno può divenire l’inizio di un lungo racconto, e allora, come non cedere alla tentazione di correggere il caffè col limone e amaretto, aromatizzandolo alla cultura? Siamo al Libro Possibile, attivo caffè letterario, polo di eventi e presentazioni, tra il piacere del gusto e il gusto del leggere.
Ma la scala a chiocciola della camera, a griglia di ferro battuto, ci porta a un piano superiore, il piano del sentimento, là dove il richiamo del bianco e del blu ci rapisce nel dedalo delle viuzze in pietra dorata di Polignano a Mare, un comune che vuole col suo stesso nome portarci al mare, e lo fa davvero con il romantico ponte romano e lo scorcio a strapiombo delle case sulla roccia in corsa verso la spiaggia. Qui veniamo invitati a lasciarci avvolgere dall’atmosfera salmastra per un percorso personale di scrittura creativa da affidare alla carta ecologica, quasi un impegno a recuperare la natura del ricordo e riciclarla alla maniera omerica, quella dei cicli di trasmissione aedica dell’epos.
Dalla bifora rosata ci affacciamo, ingordi di captare un nuovo paesaggio marino: Mola di Bari, che ci insegna nel riverbero delle onde quale sia il color acqua marina, rincorso dalla linea bianca della passeggiata a mare, sotto le chiome al vento delle palme. Dovessimo racchiuderla miniaturizzata in una palla, prenderemmo un riccio di mare, per curiosarne le piste di vita tra il viola, l’arancio e il rosso.
Il bianco delle pareti ci proietta nel paese dei trulli di Alberobello, i coni abitativi in pietra a secco, evoluzione degli antichi tholos greci, che rendono possibile una dimensione domestica originale e giocosa di serena bellezza.
Il cucinino a scomparsa ci invita all’esplorazione attiva della cucina tradizionale pugliese: la cuoca Angela ci coinvolge insegnandoci la preparazione delle orecchiette, da servirsi rigorosamente con le cime di rapa, mentre alla Masseria Tenuta Pinto lo show cooking ha di scena un calzone alle cipolle.
Basta sporgerci dal balcone dell’hotel sulla stradina medievale, per udire il rumore dei carri: sono quelli del Carnevale di Putignano, sfavillio elettrizzante di forme e colori, dove l’ingenuità onirica e il sapiente artigianato si consolidano nella cartapesta; lo osserviamo dalle mute aperture delle mascherine, esprimendo al corteo la nostra adesione in forma di coriandolo.
Un fischio penetrante ci distoglie da tanta bellezza tra natura e cultura: è il fischietto dei figuli di Rutigliano, dove un museo raccoglie vere e proprie sculture in terracotta…risonanti: il loro galletto vuole simpaticamente e ritualmente svegliarci, richiamandoci a farci interpreti, registi, scenografi, coreografi, autori, o spettatori, ciascuno a suo modo, dello spettacolo Puglia.