Il cameriere/poeta di Bruno Ganz
Bruno Ganz, scomparso il 15 febbraio scorso all’età di 77 anni, era un attore svizzero di madre italiana noto nel nostro paese soprattutto per aver interpretato L’amico americano (1977), Il cielo sopra Berlino (1987) entrambi di Wim Wenders e Pane e Tulipani (2000) di Silvio Soldini. Un film molto fortunato per chi vi prese parte, ricordiamo che fu campione d’incassi e grazie ad esso il regista vinse numerosi premi. Inoltre regalò una grande popolarità a Licia Maglietta e lanciò la carriera di Giuseppe Battiston.
Per Bruno Ganz, invece, già attore affermato a livello internazionale, rappresentò un grande ritorno nel cinema italiano. Nel film interpreta Fernando, un cameriere islandese un po’ poeta, un personaggio inusuale nel nostro cinema. L’uomo infatti utilizza un linguaggio forbito d’altri tempi e ha un contegno aristocratico, nonostante abbia ben altre origini e abbia trascorso alcuni anni in carcere. Quando Rosalba fa irruzione nella sua vita è una persona che ha perso la voglia di vivere. Ogni giorno attacca al soffitto un pesante nodo scorsoio dove infila la testa. Non sapremo mai se è una sorta di finzione, un rito che mette in scena quotidianamente per scacciare i sensi di colpa oppure se veramente senza la presenza di Rosalba avrebbe compiuto quel fatale gesto. Indipendentemente dalla risposta, Fernando grazie al sorriso e all’energia positiva della donna comincia ad acquistare più leggerezza e a sperare in un futuro. Solo quando Rosalba deciderà di ritornare a Pescara dalla sua famiglia Fernando si renderà conto del sentimento che prova e farà di tutto per riportarla a Venezia.
Un ruolo un po’ atipico nella carriera dell’attore svizzero, che in 40 anni di attività ha interpretato personaggi malinconici, tormentati e a volte scomodi, come Adolf Hitler ne La caduta (2004) di Oliver Hirschbiegel.