Quegli sceneggiati della domenica. Il teleromanzo recuperato ‘Il Cavaliere di Maison Rouge’ (ORTF 1963) dal libro di Alexandre Dumas, regia di Claude Barma (*)
Prima di Belfagor, de I banditi del Re, de Il Cavalier Tempesta, de I Compagni di Baal, di Vidocq o di Arsenio Lupin e di tutti gli altri fu la volta di questo sceneggiato, trasmesso dalla Rai quando ero ancora troppo piccolo e di cui non mi era giunta mai notizia – i repertori televisivi, si sa, sono sempre parziali e lacunosi – finchè quest’estate, un po’ per caso, non l’ho scoperto su YouTube. Mai replicato, dimenticato dai responsabili dei palinsesti, mai editato in home video o su dvd in Italia. Non ci giurerei ma neppure in Francia mi sono mai imbattuto in questo teleromanzo, al contrario di altri, come Rocambole di cui pure ignoravo la messa in scena per il piccolo schermo. Anche de Il Cavaliere di Maison Rouge, ho scoperto, esiste un precedente cinematografico del 1953.
È stata una piacevolisssima sorpresa, un rinvenimento prezioso perchè si tratta di un lavoro di primordine. Voi direte che la firma di Claude Barma, regista di Belfagor, era una garanzia ed è vero. Ma a parte l’intreccio dumasiano, ambientato in era immediatamente post Rivoluzione – siamo dalle parti de La Primula Rossa o appunto de I banditi del Re (Les Compagnons de Jehu) – la riduzione è veramente notevole, ricca di colpi di scena fughe, inseguimenti, duelli, tentativi da parte dei realisti di liberare Maria Antonietta, vicende amorose contrastate, figure nobili e abiette in entrambi i campi, dialoghi profondi e lirici. Alla riuscita contribuiscono indubbiamente anche gli interpreti, da Michel Le Roayer, in seguito aitante protagonista di Corsaires et filubustiers del ’66, la romantica Anne Doat, il bravo Jean Desailly, visto tante volte al cinema in drammi simenoniani, qui nel ruolo dell’imprendibile Cavaliere di Maison Rouge, il roccioso François Chaumette, “il cattivo” a capo della setta che manovrava Belfagor e poi vari altri, compresi dei bravi caratteristi nelle vesti di guardie, carcerieri, delatori, aristocratici, magistrati, gendarmi, ecc.
Un feuilleton del genere cappa e spada in sei puntate veramente con i fiocchi. Se è rimasto un barlume di passione e di gusto tra i miei coetanei per la grande televisione del passato, il consiglio è quello di scaricarlo da YouTube e di vederlo comodamente sullo schermo domestico e non sui vari, soliti dispostivi. Sarà come tornare al 1963 quando il piccolo schermo divertiva e nutriva, formava e faceva discutere su grandi temi, qui su tutti la Rivoluzione francese ed i suoi eccessi, gli ideali civili e le passioni individuali e non creava quelli che io chiamo “serial addicted” con prodotti sapienti ed ingegnosi, costruiti su ricette irresistibili e spezie forti ma che bussano attraendoci a loro troppo scopertamente a denaro. Recuperatelo e buona visione!
(*) riflessioni presenti sul profilo facebook dello storico del cinema Ugo G. Caruso