La linea sottile tra amore e morte in età vittoriana: ‘Lady Macbeth’
Catherine viene data in moglie, in cambio di un appezzamento di terra, al rampollo di una ricca famiglia, Alexander Lester. Quando si trasferisce dal marito, fin da subito, i limiti di unione concordata vengono a galla: il matrimonio non viene consumato.
Il suocero Boris, come nella tipica società ottocentesca, accusa la giovane donna di non osservare i doveri coniugali, senza porsi un quesito su quali siano le vere cause del problema. La giovane conduce una vita relegata in casa, senza nessun contatto col mondo esterno.
A causa dell’incendio di una miniera, proprietà di famiglia, Alexander è costretto a partire, successivamente parte anche Boris che si reca a Londra per degli affari. Quest’occasione è per Catherine l’unica via per la libertà, finalmente può esplorare la realtà che la circonda. In una di queste giornate scopre la sua cameriera, Anna, sequestrata in una stalla in cui gli stallieri l’hanno denudata e appesa al soffitto per divertimento. Dopo aver liberato la serva, resta affascinata dal nuovo stalliere, Sebastian. Tra i due scoppia una passione travolgente che va contro ogni limite sociale e delle rigide imposizioni della morale vittoriana. Il sentimento tra i due suscita l’invidia di Anna al punto da far presente la tresca al reverendo locale che esorta Catherine a una vita dedita alla preghiera e alla contemplazione. Le voci giungono anche al suocero Boris che ritorna a casa, esortando la nuora a onorare i doveri di moglie del discendente di una nobile famiglia. Inoltre, Boris frusta e fa rinchiudere Sebastian.
La situazione precipita in maniera tale che Catherine per liberarsi di un suocero “censore” e restituire la libertà al suo amato così da poter vivere di nuovo indisturbati la loro passione, avvelena il nobiluomo con dei funghi. Il tutto avviene mentre il vecchio chiede aiuto, ma Catherine conversa senza nessuna remora con la cameriera Anna. Lo shock per l’accaduto porterà Anna al mutismo, nonostante il resto della servitù creda che sia dovuto al fatto che lei erroneamente abbia servito i funghi velenosi all’uomo. Dopo un sommario e frettoloso funerale in assenza di Alexander, Catherine e Sebastian vivono la loro storia senza nessun limite al punto da giurarsi amore eterno. Durante una notte, in cui i due amanti giacciono nello stesso letto, arriva all’improvviso Alexander, Sebastian si nasconde, tra i due coniugi avviene la lite, il rampollo è a conoscenza della tresca della moglie. Catherine, risentita per le accuse del marito, per ripicca chiama nella camera Sebastian con cui ha un amplesso, scoppia una violenta rissa in cui la donna uccide Alexander. I due amanti seppelliscono il corpo dell’uomo e il cavallo affinché, non essendoci prove, possano far credere che egli sia disperso. Finalmente i due amanti possono vivere la loro storia senza nessun ostacolo al punto che lui arriva a vestirsi con gli abiti di Alexander e a essere servito come il padrone di casa.
La speranza di una vita serena s’infrange quando compare Agnes, nonna di Teddy, figlio riconosciuto di Alexander. La nonna del bambino, vista la scomparsa del padre, pretende che suo nipote abbia diritto a vivere nella casa paterna. Le “moleste” presenze costringono Sebastian a trasferirsi nuovamente nella stalla, e la situazione porta l’uomo a provare risentimento verso l’amata, proprio quando lei scopre di essere incinta di lui. Teddy si affeziona fortemente a Catherine, mentre lei prova solo un tiepido sentimento.
Nel momento in cui Catherine decide di rivelare a Sebastian la gravidanza, l’uomo la respinge accusandola di essersi affezionata al bambino. Teddy, a seguito di un rifiuto di giocare insieme da parte della donna, scappa e non viene più trovato. Sebastian ritrova sul ciglio di una cascata il bambino semiassiderato. L’uomo vince l’istinto di ucciderlo e lo riporta a casa affinché venga curato, ma la nonna del bambino lo caccia via senza nemmeno ringraziarlo. La situazione spinge lo stalliere a voler andarsene, ma Catherine gli chiede di pazientare perché ha trovato un modo per eliminare il nuovo ostacolo al loro amore. L’occasione si presenta quando la Lady esorta Agnes a riposarsi, offrendosi di accudire il bambino in sua assenza; nel mentre fa accedere Sebastian nella casa. La dama inglese soffoca il bambino. Davanti alle perplessità del medico, Catherine nega di aver ucciso Teddy, ma Sebastian, ormai logorato dai sensi di colpa, confessa non solo quel delitto, ma accusa l’amata degli altri due, adducendo come movente la loro passione e la capacità di lei di manipolarlo. Catherine, avendo compreso di aver perso il suo amore, arroccandosi nei privilegi del suo rango sociale, scarica le accuse su lui e Anna. I due vengono arrestati e portati via, la casa viene abbandonata anche dalla servitù. Catherine resta sola con in grembo il bambino.
Una scenografia da tipica casa di campagna inglese, interessante è la presenza di un gatto, fedele a se stesso ma anche segno di ferinità, pronto a difendersi davanti al pericolo che le circostanze presentano, quasi una rappresentazione in chiave animale della protagonista del film.
Il buio e la penombra sono la cifra stilistica e simbolica del film; nel caso del rapporto tra Alexander e Catherine rappresenta il matrimonio mai funzionato, invece per i due amanti il mistero che li avvolge, la passione che li porta a superare il limite, a eliminare ogni ostacolo. In generale l’assenza di forti luci e il grigiore del cielo inglese incarnano in pieno il contesto delle mezze verità e delle ipocrisie che aleggiano sulla tenuta della campana inglese e più in generale nel periodo dell’età vittoriana.
Società vittoriana che porta, in presenza di problemi nel matrimonio (come vuole la stessa etimologia latina mater munus, dovere della donna), a scaricare le colpe su Catherine che non osserva i doveri matrimoniali, ma la riflessione etimologica porta a una lucida analisi se nel 2018, con gli attuali problemi dei rapporti di coppia, soprattutto in caso di separazione, sia il caso parlare ancora di matrimonio e non cercare una nuova definizione più aderente alla realtà mettendo in luce un’unione fra pari.
Un parallelismo spontaneo che si evince dalla visione del film, tratto dal racconto Lady Macbeth del Distretto di Mcensk dello scrittore russo Nikolaj Leskov, è la figura di Clitennestra, moglie di Agamemmone, eroe omerico del mondo greco, che uccide il marito con l’aiuto del suo amante Egisto. Uomo, anche in questo caso, e come Sebastian elemento passivo degli omicidi commessi in balia di una donna al proprio fianco che tesse le trame e gli intrighi di palazzo.
SCHEDA FILM
Regia: William Oldroyd
Attori: Florence Pugh, Cosmo Jarvis, Paul Hilton, Naomi Ackie, Christopher Fairbank, Golda Rosheuvel, Anton Palmer, Rebecca Manley, Bill Fellows, Ian Conningham, Fleur Houdijk, Cliff Burnett, Joseph Teague, David Kirkbride
Soggetto: Nikolaj Leskov – (racconto)
Sceneggiatura: Alice Birch
Fotografia: Ari Wegner
Musiche: Dan Jones
Montaggio: Nick Emerson
Scenografia: Jacqueline Abrahams
Costumi: Holly Waddington
Effetti: Daniel Nielsen