VENEZIA 75. Sfarzo e fango alla Corte d’Inghilterra. Grande affresco di Lanthimos sul filo del rasoio.
Gran Premio della Giuria e Coppa Volpi a Olivia Colman
LIDO DI VENEZIA (dalla nostra inviata) – Leggiadra, preziosa, implacabile ricostruzione della Corte di Anna Stuart nel XVIII secolo, l’atteso film biografico-storico The Favourite, ha tutte le frecce al proprio arco per catturare l’attenzione del pubblico e della critica. La raffinatezza degli interni, dei costumi, la prestazione impeccabile degli attori, la compatta ed efficace regia di Lanthimos, una frizzante sceneggiatura, fanno di questo film in costume un interessante approccio a un mondo che lontano non è, che ci parla, tra striature amare e giochi di parole dal sapido humour inglese.
Il ritratto della fragile regina, circondata da 17 conigli, uno per ogni figlio perduto, asservita alle brame di Lady Sarah, favorita sin nelle coltri, sbuca potente da ogni piega dei tessuti, da ogni angolo delle stanze del palazzo reale, dove si consumano le loro vite. Un difficile equilibrio che sarà spezzato dalle mire della giovane nobile decaduta Abigail, decisa a subentrare alla lady di ferro nel cuore e nel letto della regina. Due bellezze a confronto, due mondi paralleli che si esaltano vicendevolmente, gareggiando in astuzie, strategie, bassezze, fuori da ogni etica, senza un attimo di respiro. La lotta spietata per la conquista dei favori di Anna, fondamentale per la sopravvivenza e l’ascesa ai ranghi superiori o al loro mantenimento vede le due donne fronteggiarsi, ergendosi in tutta la loro capacità seduttiva ammantata di crudeltà, in un mondo senza regole, dove alle scaltre donne non rimane che giocare d’astuzia, a fronte di un mondo maschile passivo e imparrucchito, ciondolante sui tacchi, incipriato e ottusamente piegato ai capricci del Potere di una donna depressa, ammalata, infelice. Le donne tramano, intessono le loro reti, dove gli uomini cadono inesorabilmente, pesci fuor d’acqua.
Sullo sfondo la guerra con la Francia segna il tempo di un conflitto su cui si adagiano i conflitti dei cortigiani, disegnando un percorso imprevedibile, come i nervi della regina. I destini di un popolo sono nelle mani di chi riesce a catturare i favori della sovrana. Niente di nuovo sotto il sole. Il privato straripa tingendo di sangue la vita dei sottomessi.
The Favourite è un film sulla solitudine. La solitudine di una regina, di una favorita, di un’aspirante favorita. Le solitudini di tre donne si intrecciano inestricabilmente. Tre formidabili prove per Olivia Colman, Emma Stone, Rachel Weisz. Implacabili, ci sbavano addosso, lasciando dense scie, come lumache, esaltate e svelate dal tono apparentemente frizzante del film.
Lanthimos, il giovane e promettente regista greco, già pluripremiato con The killing of a sacred deer, che ama esplorare con tocchi originali le zone oscure dell’ animo umano, ci offre in quest’opera, la cui gestazione è durata nove anni, un lussuoso spaccato di una vicenda umana che le contiene tutte. Una tragedia annunciata dove i morti non li vediamo, ma ne annusiamo l’odore dietro le cortine e i baldacchini. Non ci sono vincitori in un mondo dove non c’è posto per i sentimenti.
Un affresco potente che la colonna sonora, variegata e incisiva esalta. Le atmosfere lugubri e fastose delle camere regali, dove anche il sesso diventa strumento di potere, si inarcano nelle riprese artatamente sformate e amplificate dall’uso protratto del grandangolo, quasi ad ampliarne la prospettiva.
“THE FAVOURITE”
Regia di Yorgos Lanthimos
Con Olivia Colman, Emma Stone, Rachel Weisz, Nicholas Hoult, Joe Alwin, Mark Gatiss
Paese: Irlanda, Regno Unito, Stati Uniti d’America
In concorso alla 75. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia