Un destino di abbandono. L’Arena Sicoli di Amantea
Davanti a me, nello spazio sottostante, uno scorcio della popolare Arena Sicoli ormai chiusa da anni per volontà del suo omonimo titolare per ragioni che ci sfuggono.
La prima volta che vi andai fu nel 1971 con mio padre per vedere “Per grazia ricevuta” di Nino Manfredi e poi durante la stessa estate “Confessione di un commissario di polizia al Procuratore della Repubblica” di Damiano Damiani. L’ultima, qualche anno fa, con amici per un kolossal della Marvel o qualcosa del genere, non ricordo bene. In mezzo tanti titoli, per lo più spettacolari, spesso già visti a Roma durante la stagione, oppure insperatamente lì recuperati, talvolta, negli ultimi anni, addirittura delle anteprime, ovviamente americane.
Ampia, fresca, erbosa, dominata dallo strapiombo oltre lo schermo che rappresenta in questo momento il mio punto di osservazione, rispondeva pienamente all’idea grandiosa del cinema che ispirava i locali di un tempo sia all’aperto che al chiuso. Senza contare che disponendosi su una seggiola laterale si poteva anche comodamente fumare senza disturbare gli altri spettatori, grazie alla consueta brezza marina che spazzava via le volute di fumo. Era l’unica arena della costa tirrenica cosentina, per il resto priva di grandi appuntamenti culturali e in cui le stesse sale cinematografiche si sono andate rarefacendo, penso in primis ai vari esercizi della pur popolosa Paola, ma anche al minuscolo e simpatico (come il suo nome) Cinema Cagnottella di Cittadella del Capo. Resistono ancora fortunatamente due sale chiuse, ” La sirenetta” delle Terme Luigiane e il ” Vittoria” a Diamante.
Tornando all’Arena Sicoli, non ricordo però annate fiacche, non mi sovvengono proiezioni andate semideserte, ma sempre invece un pubblico folto, talvolta numerosissimo persino rispetto alla poderosa capienza del locale, giunto un po’ da tutto il versante meridionale del litorale cosentino. A volte, anzi, si dovette procedere a una proiezione non programmata, a tarda ora.
Neppure l’interessante ed originale rassegna “La Guarimba” curata in anni recenti da Giulio Vita, svoltasi nel suggestivo Parco della Grotta, che ha rappresentato un’attraente novità pur tra le miopie dell’amministrazione comunale amanteota, è riuscita a favorire una sua riattivazione, un ritorno di interesse alle sue sorti.
L’Arena Sicoli è comunque ancora lì, non so se il suo destino sia quello del perenne abbandono o di un riutilizzo dell’aria per qualche brutto palazzone o per l’ennesimo albergo, al momento mi pare rappresentare uno dei tanti simboli del difficile decollo di un turismo di qualità nella provincia cosentina. Per questa ragione vorrei tanto che i distratti cittadini di Amantea ma pure associazioni culturali ed enti locali, comprendendo appieno le grandi potenzialità di aggregazione sociale e di qualificazione del luogo, la recuperassero e non lasciassero nulla di intentato per un suo rilancio, al fine di programmarvi eventi estivi finalmente di una certa rilevanza, in ambito cinematografico o affine. Non faccio l’imprenditore e non so calcolare costi e ricavi ma, credetemi, di arene cinematografiche me ne intendo.