‘I Cavalieri’…dell’Apocalisse secondo Aristofane
La potenza della risata contro l’ignoranza arrogante dei politici che ieri oggi e …domani annaspano alla ricerca di un potere che ci disonora e ci sfratta dalla speranza del cambiamento. “Così ai tempi di Aristofane, così ahinoi! ai tempi nostri” è l’amara constatazione dello spettatore in ventiseiesima fila.
Nulla di nuovo sotto il sole.
“I cavalieri” del grande commediografo greco, per la prima volta scalpitano sulla scena ammaliante del Teatro Greco di Siracusa. Danzano su evocativi coturni, con movenze affettate dal tocco genialmente ironico. Il coro si impone fin dall’esordio sulla scena con la grazia del delizioso travestimento. Divenuti buffe sagome paffute, eleganti e mascherati con testoni surreali e grotteschi dalla cifra graffiante, muovono leggiadramente la loro mole al suono di un malinconico tango. Caricature irresistibili di un mondo democratico scomposto e senza testa di cui sono acerrimi nemici.
Si tratta di una delle prime commedie di Aristofane, rappresentata e premiata nel 424 a.C., in cui il giovane drammaturgo, già fremente per la corruzione delle istituzioni democratiche, pervenute nelle mani del rozzo Cleone succeduto al grande Pericle, attacca senza mezzi termini l’ascoso potere del rozzo demagogo, in una satira graffiante e truce, dove il potere del temuto e odiato servo di Demo (il popolo Ateniese) Cleone/Paflagone (un convincente Gigio Alberti) verrà carpito da un grufolante salsicciaio (il calzante Pannofino), designato dagli oracoli, che riuscirà a soppiantare nel cuore del vecchio e rincitrullito Demo (un esilarante Antonio Catania) il suo predecessore, caduto in disgrazia. Appoggiato da due corrotti servi di casa, e dai Cavalieri, nemici di Plafagone, il sedicente salsicciaio batterà il suo avversario con doni allettanti, da lussuosi capi di abbigliamento a saporitissime pietanze. Al detronizzato non resta che la via dell’esilio. La salsiccia al potere!
La scena albestre, tracciata da siepi luminescenti semoventi, intanto avanza, evocando, in una comica usurpazione del potere, fantasmi di vago sapore shakespeariano.
La comicità greve a tratti si abbatte sullo spettatore, eredità ineludibile, strusciando inesorabilmente sulle piaghe di un passato/presente che smorza la risata con i suoi mefitici miasmi.
La regia di Solari, attenta e rispettosa quanto innovativa, ha coltivato il sorriso in un genere che “castigat ridendo mores” offrendo sapidi spunti di riflessione che non tradiscono il tessuto originale, pur avendo introdotto moderni abbellimenti, mostrando la forza di un testo più che mai attuale, valorizzato da una gustosa coralità originale, da un ottimo cast, da un corifeo d’eccezione, Roy Paci, che ha diretto con composta e al tempo stesso esuberante energia il coro e curato le musiche, alternando vari generi musicali alla limpida voce della sua squillante tromba.
In questa 54° edizione del Festival la commedia e la tragedia ancora una volta si affiancano, in un rappresentativo disegno esistenziale della vita.
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I CAVALIERI
Di Aristofane
Traduzione di Olimpia Imperio
Adattamento drammaturgico di Riccardo Favaro e Pablo Solari
Regia di Giampiero Solari
Con Giovanni Esposito, Sergio Mancinelli, Francesco Pannofino, Gigio Alberti, Roy Paci, Antonio Catania
Coro: Allievi ADDA II e III anno
Scene e disegno luci di Angelo Linzalata
Costumi Daniela Cernigliaro
Musiche a cura di Roy Paci
Coreografie Laura Guidetti
Coordinamento coro Simonetta Cartia
Assistente alla regia Paola Galassi
Produzione Fondazione INDA
Al Teatro Greco di Siracusa fino all’8 Luglio