Dostoevskij in salsa pop. Una rivisitazione di “Delitto e Castigo” – Al Teatro Argentina di Roma dal 3 al 15 aprile

Dostoevskij in salsa pop. Una rivisitazione di “Delitto e Castigo”

Al Teatro Argentina di Roma dal 3 al 15 aprile

Drammaturgia:  Fëdor Dostoevskij

Regia: Konstantin Bogomolov

Assistente alla Regia: Teodoro Bonci del Bene, Mila Vanzini

Attori: Leonardo Lidi, Paolo Musio, Renata Palminiello, Diana Höbel, Enzo Vetrano, Margherita Laterza, Anna Amadori, Marco Cacciola

Scene: LarisaLomakina

Luci: Tommaso Checcucci

Produzione: Emilia Romagna Teatro Fondazione

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Un aspetto che solitamente accomuna le messe in scena dei romanzi di Dostoevskij è il rispetto pedissequo del loro contesto storico, nello specifico dell’ambientazione russa ottocentesca.

Quello che invece ha fatto Bogomolov, che russo lo è veramente, è stato tradire l’immaginario teatrale dostoevskijano alimentato soprattutto dagli sceneggiati tv e dagli spettacoli in costumi d’epoca. E così in questa nuova rivisitazione, creata apposta per Emilia Romagna Teatro Fondazione, la storia è ambientata ai giorni nostri e Raskòl’nikov non è più lo studente tormentato dall’aspetto emaciato ma un ragazzone afroamericano un po’ goffo e con la perenne espressione annoiata. Allo stesso modo in cui Svidrigajlov non è un uomo maturo dai modi meschini ma è diventato una donna dall’aspetto elegante e maschile.

Lo spettacolo ha uno stile parodistico dal retrogusto pop, basti pensare che la musica di scena è il tormentone estivo di qualche anno La Bomba dei King Africa. Inoltre pur essendoci una scenografia precisa (un soggiorno con molti monitor collegati) non vengono rispettate le convenzioni dello spazio scenico e il palco viene utilizzato molto liberamente come se ci si trovasse in un dramma shakespeariano. Bogomolov propone quindi una lettura molto personale di Delitto e Castigo (da far impallidire i puristi) che cerca di recuperare il suo gusto cinico originario, scevro di quel romanticismo che erroneamente gli si attribuisce.

Ciò che sorprende è che dopo un attimo di spaesamento ci si ritrova coinvolti nella storia, arrivando a trovare credibili persino questi attori travestiti con parrucche e dipinti con il lucido nero. Del resto è proprio questa la peculiarità del lavoro registico di Bogomolov, che non seleziona i protagonisti con un provino ma solo osservando la loro energia perché come lui stesso ha dichiarato ciò che gli interessa è inventare una situazione teatrale nella quale il personaggio diventi un medium che parli di noi stessi.