Teatro Palladium di Roma
Glauco Mauri Roberto Sturno
in
EN ATTENDANT BECKETT
un percorso multimediale ideato da Glauco Mauri e Roberto Sturno
con la collaborazione di Andrea Baracco
Prologo Samuel Beckett Atto senza parole L’ultimo nastro di Krapp
musiche originali eseguite dal vivo da Giacomo Vezzani
Produzione:Compagnia Mauri Sturno
Stagione Teatrale del Teatro Palladium – Università Roma Tre
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En Attendant Beckett è un percorso multimediale ideato da Glauco Mauri e Roberto Sturno con la collaborazione di Andrea Baracco e con le musiche originali eseguite dal vivo da Giacomo Vezzani. Una serata omaggio a Beckett prodotta dalla Compagnia Mauri per offrire al pubblico un approfondimento sull’opera del grande autore irlandese, con poesie, brani letterari e con il capolavoro L’ultimo nastro di Krapp e il non meno celebre Atto senza parole.
Nello stupito, grottesco silenzio di Atto senza parole l’uomo beffato e ingannato dalla vita, che sembra sempre soccorrerlo, ma poi sempre lo delude, trova la sua commovente dignità nel rifiuto e nella voluta solitudine. In questo breve atto si può chiaramente comprendere la visione beckettiana dello scontro tra l’uomo e la vita.
Ne L’ultimo nastro il vecchio Krapp ascolta una bobina che ha registrato tanti anni fa: la sera del suo trentanovesimo compleanno. Tanti, tanti anni sono passati! Riaffiorano persone, visi ormai sbiaditi dal tempo, si riscoprono sentimenti … e tra questi – ormai dimenticata – una storia d’amore, “quando la felicità era forse ancora possibile”. Ma il giovane Krapp non l’aveva saputa afferrare.
La bobina finisce e Krapp rimane disperatamente solo nel buio della sua “vecchia tana” piena di bobine che raccontano la storia della sua vita ma che finiranno sempre col rimanere vuote, esaurite di ricordi. Glauco Mauri, il primo Krapp italiano, dialoga, oggi, con la sua voce di trentenne registrata nel silenzio notturno di un teatro oltre cinquant’anni fa. Era il 1961.
Spiega Glauco Mauri: “Nella vita della nostra Compagnia Beckett è stato un amato compagno di viaggio. In diverse stagioni teatrali abbiamo interpretato, oltre a un beckettiano Don Giovanni di Molière, dieci suoi atti unici, anche tra i meno noti, che nella stagione della rappresentazione hanno ricevuto il Premio della Critica. Il mondo di Beckett è un poetico, tragico e farsesco modo di interpretare la vita: la tragedia del vivere che diventa farsa e la farsa del vivere che diventa tragedia. Un ossimoro dove convivono una risata e un arido pianto, una disperazione senza speranza e un insopprimibile sentimento di pietà per l’uomo.
Insieme alla rappresentazione di Finale di partita, ci siamo sentiti in dovere, come uomini di teatro, di contribuire alla conoscenza, e quindi alla comprensione, di questo grande autore. Di conseguenza, abbiamo progettato una serata in cui, oltre a grandi capolavori come L’ultimo nastro di Krapp e Atto senza parole, prenderanno vita altre opere, forse meno conosciute, ma non per questo di minor valore. Saremo guidati e portati alla scoperta dei suoi atti unici e dei suoi radiodrammi meno noti, delle sue poesie e dei brani più significativi dei suoi romanzi, dei suoi rapidi folgoranti pensieri e del film-documentario Dal silenzio al silenzio di Seàn O’Mòrdha.
Quest’ultimo è un documento quasi sconosciuto, curato anche dallo stesso Beckett, dove il grande autore, che non ha mai voluto parlare di sé e dei suoi lavori, si rivela per la prima volta al pubblico. Le parole e le musiche in esso contenute ci sono sembrate le più adatte a dare un senso compiuto a questa serata.
Beckett non è solo un celebre scrittore del ‘Teatro dell’Assurdo’, ma è anche un grandissimo poeta della difficoltà del vivere dell’uomo. Le sue ‘favole’, dove si ride e si piange, ci aiutano a meglio capire questa nostra difficile vita. Ecco perché Beckett!”.
*Il commento di Matteo Brighenti -che ringraziamo- è stato scritto, da Firenze, in occasione del debutto dello spettacolo al Teatro della Pergola