Viaggiatori all’Inferno al Teatro Sala Di Martino di Catania

Viaggiatori  all’Inferno al Teatro  Sala Di Martino di Catania

 

L’impegno civile è il trait d’union che lega  due protagonisti di una lunga lotta alle ingiustizie, alle prevaricazioni, alle soperchierie, alle violenze nell’inferno di una Catania travolta dalla insidie oscure del male. Due uomini, a distanza di cinquantanni, fari di luce nella notte di una città violata, legati da un filo invisibile, impugnano la penna, arma potente e letale. Sono Nino Martoglio e Giuseppe Fava, dai singolarmente simili destini. Entrambi fondatori di un giornale bellicoso, entrambi  intellettuali combattenti  per una Sicilia migliore, a prezzo della vita. Memento ed exemplum. Questo il senso di “Sperduti nel buio” spettacolo dal titolo evocativo dell’omonimo film muto di Martoglio, anch’esso andato perduto. Tra luci ed ombre inquietanti si snoda questo omaggio a due figure emblematiche di una volontà di riscatto per la propria amata-odiata terra, che è la filosofia condivisa  da FabbricaTeatro, forza oppositiva dove  il teatro è l’arma di una battaglia che affonda lontane radici in questa “tradizione”, definita “piccola”  dal regista Elio Gimbo, ma non certo per importanza. Piuttosto per esiguità numerica. Tra il timore dell’illusione  e la speranza di una rinnovata condizione questi Figli di un dio minore additano appassionatamente un percorso rischiarato dalla fiamma della giustizia.

Il drammatico incipit dello spettacolo è la misteriosa morte di Nino Martoglio, attribuita a una apparentemente  casuale caduta nella tromba di un ascensore, qui  spinto da mano assassina. Una potente voce femminile fuori campo intona una canzone popolare. Un video di fuochi nello sfondo.  L’eccidio suscita diaboliche presenze, sbocciate dalla mano e dalla voce dei magici Napoli, Pupari per vocazione e per assimilabile impegno. Il Diavolo  aggredisce la scena planando sul corpo dell’uomo che si risveglia smemorato e sprofondato in un Inferno di sapore dantesco: Dice di chiamarsi D’Artagnan. E’ questo l’affresco visionario che apre la porta del nostro “Inferno” martogliano.

Così ha inizio il viaggio di Nino/Pippo in vesti dantesche, accolto e accompagnato da  un Virgilio trino. Due sono personaggi della fantasia letteraria, l’emblema della Civita catanese ingenua e perdente, stretta tra miseria e ignoranza, fonte di ispirazione e di conoscenza per Martoglio: Don Procopiu imballaccheri, goffo e spaccone e la  Cicca Stonchiti dei Civitoti in pretura, attualizzata in fuseaux leopardati. Il terzo è Peppenino, pupo della tradizione catanese, dotato dello stesso spirito arguto e  umanità.  I tre poetici accompagnatori  lo scorteranno in una serie di incontri immaginifici tra  variegate realtà, fino all’incontro virtuale con Fava. Trasformandosi  nel suo epigono, Nino recupera  la memoria e l’impegno che non si spegne con la morte. Per non dimenticare  e  continuare questa battaglia, dando un senso alla loro vicenda umana.

I “guerrieri” di FabbricaTeatro, uniti in questa impresa, dalle tavole del palcoscenico ci mostrano con affetto questi due  campioni, al di là dei pregiudizi e della falsa retorica di uno scontato deja vu, esplorandone con originalità  nuove angolature. Efficaci e sentite le prestazioni attoriali, dalla fresca genuinità di Cicca/Sabrina Tellico, alla sana baldanza venata di umorismo popolare di Don Procopio/Cosimo Coltraro, alla smarrita sofferenza di Martoglio-Fava /Giuseppe Carbone, alla voce passionale della popolana/Cinzia Caminiti, alla straordinaria forza drammaturgica dei Pupi di Fiorenzo e Marco  Napoli. La regia dai ritmi sostenuti e dalle molteplici  e articolate risorse, accesa dalla fiamma della tematica condivisa, ha dato  corpo e vita con intensa partecipazione al testo onirico di Nino Bellia. Sullo sfondo  i filmati di Gianni Nicotra hanno restituito un volto alle sfaccettature del sistema. Si sorride, si riflette, tutti insieme, palco e spettatori, uniti nel sogno/miracolo di resurrezione salvifica di una città sperduta nel buio. Forse non casualmente l’ultima replica  cade il 31 Marzo, Sabato santo.

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SPERDUTI NEL BUIO

Drammaturgia: Nino Bellia

Regia: Elio Gimbo

Filmati: Gianni Nicotra

Scene: Bernardo Perrone

Con

Marionettistica F.lli Napoli

Cosimo Coltraro

Giuseppe Carbone

Cinzia Caminiti

Sabrina Tellico

Produzione FABBRICATEATRO – Marionettistica FRATELLI NAPOLI

Al Teatro Sala Di Martino di Catania  fino al 31 Marzo