Biennale di Venezia
Danza, teatro e musica non sono mai stati così a contatto.
“Non un tutt’uno, ma un continuum” (P. Baratta)
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Sono stati presentati venerdì 23 alla Sala Auditorium Ara Pacis di Roma i programmi delle tre kermesse della Biennale di Venezia, alla presenza del presidente Paolo Baratta, e dei direttori Marie Chouinard (settore danza), Antonio Latella (settore teatro) e Ivan Fedele (settore musica). Dal 22 giugno al 1 luglio prenderà il via l’appuntamento con la Danza contemporanea; segue il Teatro dal 20 luglio al 5 agosto; e dal 28 settembre al 7 ottobre Musica Contemporanea Festival focalizzato sui rapporti tra Europa e Americhe con la direzione di Ivan Fedele.
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Per quest’anno la Biennale di Venezia propone “Il connubio Festival-Biennale College”, sviluppato nei vari settori, offrendo una palestra di confronto e scambio non solo ad attori ma anche ai registi, a danzatori e coreografi , a compositori e librettisti del teatro musicale. La novità sarà l’accesso del pubblico ai college e l’istituzione di un progetto battezzato “spettatori in residenza” che potranno seguire il lavoro di “giovani critici in residenza” alle prese con problemi di metodo, laboratorio di contiguità su testi interdisciplinari e analisi di consapevolezza critico-riflessiva.Il piano operativo dei programmi della Biennale di Danza, Teatro e Musica della Biennale segue coerenti indirizzi paralleli, uniformità di esperienze riguardo le potenzialità espressivema senza porre confini alla creatività”
(Biennale senza confini:Danza, teatro e musica seguono indirizzi paralleli e saranno senza limiti.)
Paolo Baratta nel presiedere la presentazione dei programmi già calendarizzati, esponeva una sua strategia d’indenti affermando che “la Biennale dovrà produrre energia creativa come una centrale elettrica” . Danza, teatro e musica seguono coerenti indirizzi paralleli e saranno senza limiti. Bisogna esplorare i confini delle varie discipline, fino a non percepirli più come tali, nel segno del più aperto e rigoroso riconoscimento delle qualità presenti nel vasto mondo della creazione artistica. Queste le linee guida espresse dal Presidente della Biennale “vogliamo riconoscere le qualità presenti nel vasto mondo della creazione artistica – ha spiegato Baratta – Nel campo del teatro, ad esempio, Latella esplorerà il confine tra attore e performer e, in qualche misura, il confine tra regista e inventore di performances, muovendosi in uno scenario in cui la performance stessa sembra ‘premere ai confini’ di varie arti”. Tutti i settori della Biennale, come specificato dal Presidente, adotteranno il connubio Festival-Biennale College, offrendo una palestra di confronto e scambio ad attori, registi, danzatori, compositori, librettisti e registi del teatro musicale.
(Biennale Danza.Dal 22 giugno al 1 luglio) creazione coreografica e interpretazione: due poli indivisibili)
Nel settore Danza, Marie Chouinard annuncia il duplice orientamento “respirazione come sovversione e strategia” (cui dedica con afflato un enunciatonarrativo scientifico sulle origini dell’umanità) e “creazione coreografica e interpretazione: due poli indivisibili”, e dove prioritarie sono le nuove relazioni posturali dei corpi in movimento che creano i “piani geometrici”superando la visione antropocentrica e l’unilateralità del punto di vista.La coreografa Chouinard ama danzatori che non si limitano a comporre risultati esteticamente appaganti ma che intendono il palcoscenico come un luogo di permanente cimento e scoperta dove il linguaggio si rinnova nel medesimo processo creativo e i suoi confini si ampliano continuamente. Biennale College continua l’apertura ai giovani coreografi e danzatori, attraverso un duplice percorso formativo. I giovani, al termine del periodo di studio con i maestri, presenteranno i risultati del loro “percorso” alla Biennale di Danza, esibendosi in uno spettacolo e proponendo le nuove creazioni”. Un iter performativo articolato e funzionale dunque, che terminerà in prossimità dell’inaugurazione della kermesse.
C’è grande attesa per Built to Last di Meg Stuart alla quale è stato attribuito il Leone d’Oro per aver esplorato stati fisici ed emotivi con l’improvvisazione e la collaborazione di artisti di altre discipline, e per la coreografa capoverdina Marlene Monteiro Freitas (Bacchae – Prelude to a Purge) cui è stato conferito il Leone d’Argento. Figurano in programma Frédérick Gravel e Israel Galvàn, Deborah Hay in connubio con il Cullbergbaletten, la danza-teatro di Jacques Poulin-Denis, Mette Ingvartsen, Faye Driscoll. Il Festival propone cinque prime mondiali: Quite Now di Irina Baldini, una nuova versione per tre danzatrici di Sacre du Printemps di Xavier Le Roy, Animale di Francesca Foscarini, Solos et duos retrospettiva rivisitata di Marie Chouinard, e una nuova creazione di Daina Ashbee.
(Biennale Musica: dal 28 settembre al 7 ottobre. Con partiture aperte allo sconfinamento di generi musicali)
Il programma della Biennale Musica, di questa particolare edizione “aperta allo sconfinamento”, avrà come obiettivo trainante l’interpretazione del concetto di contemporaneità, con un’estensione del campo d’indagine e la valorizzazione degli stili più diversi tra loro, dei generi e delle istanze creative. Ci sembra che nei suoi propositi il maestro Ivan Fedeli voglia oltrepassare i confini usuali del rigido schematismo formale e amplificarne il significato, formulando partiture azzardate e accoppiamenti impensabili,innovazioni di stile e di espressione.
Non solo i grandi maestri saranno protagonisti delle kermesse, come ha sottolineato Fedele: “Saranno presentate anche opere di giovani talenti – ha rimarcato – Il nostro obiettivo è quello di rappresentare la continuità tra le diverse generazioni e la vitalità dei nuovi interpreti. Proprio in quest’ottica si deve vedere il Leone d’argento assegnato a Sebastian Rivas. Quest’anno – ha aggiunto – il focus dell’intera kermesse sarà su uno strumento musicale specifico, il contrabbasso col suo caratteristico suono profondo e così rotondo. La Biennale Musica sfoggerà un campione di concerti tonici come Keith Jarrett cui va il Leone d’Oro alla carriera, e scommetterà sulla vitalità di Sebastian Rivas cui è andato il Leone d’Argento. Il concetto di contemporaneità e di confronto Americhe/Vecchio Continente prevede un’inaugurazione con The Yellow Shark di Frank Zappa con ensemble diretto da Tonino Battista e partecipazione di David Moss, ospitando anche Marcelo Nisinman, Victor Wooten, Dennis Chambers, Bob Franceschini, e tra le altre figurano le musiche di Giacomo Baldelli, di Bianchini-Lupone, di Giorgio Netti, di Florentin Ginot, con applausi riservati alla diva del pianismo d’avanguardia Margaret Lang Ten.
(BIiennale Teatro 2018:dal 20 luglio al 5 agosto. L’attore\performer)
Presentandosi al pubblico Latella tiene a sottolineare di essere dislessico e quindi attraverso questo suo modo d’essere (omissioni di parole) ci fa capire come anche il teatro letterario porta in sé la tragedia della parola. Per tale specifico motivo gli elementi di performatività nella pratica teatrale sono un modo fantastico di attivare tutti i possibili procedimenti di figuratività e iconicità impliciti ed espliciti possibili:”Cercheremo di mostrare la sottile differenza tra attore e performer, portando attori, performer e attori-performer e proponendo spettacoli che possano evidenziare i diversi modi semantici di stare in scena”. Queste le prime parole del direttore del settore teatro Latella. “È proprio su questo solco -ha aggiunto – che si spiega il Leone d’Oro ad Antonio Rezza e Flavia Mastrella, attori e performer, nonché scrittori e creatori di un linguaggio potenzialmente intransitivo unico e inimitabile. Nel laboratorio teatrale, attraverso la pratica dell’azione performativa, si costruisce la fluidificazione del senso sia nella forma precaria del segnale, sia nella teatralità immediata di un’espressione non verbale che deve accendere la sensibilità; e folgorare in una densità “impensabile” il rapporto fra realtà e significato, tra mondo e segni, fra esperienza e linguaggio. Nel settore della drammaturgia contemporanea sono le scritture sceniche frazionate, le distinzioni tra esprit corporei e quadro della prosa, la retorica delle dissimulazioni, le molteplici regole convenzionali di rappresentazione e la sequenzialità dei quadri scenici, a indurre Antonio Latella a esaminare da vicino i fenomeni performativi e attoriali, anche allargando il focus a mini-personali che ritraggano meglio gli artisti.
L, nei 31 titoli del suo cartellone, con 20 novità e 6 lavori in prima assoluta, chiama in causa teatro, danza, regia, musica, arti plastiche, giocoleria, arte dei burattini, mimo. Spesso con microstorie che sono crime story, thriller, mistery, horror, fantasy, slapstick, action.
Daranno spettacolo il francese naturalizzato a Berlino Clement Layes (classe 1978) con un’installazione dotata di colonna sonora di Hitchcock, la quarantenne franco-austriaca Gisèle Vienne che ricostruisce i crimini di un serial killer americano, la 39enne neozelandese Simone Aughterlony coreografa e performer attiva a Berlino e Zurigo, lo svizzero Thomas Luz (classe 1982) regista e musicista, l’olandese 30enne Davy Pieters che muove gli attori come in un videotape e ricostruisce un omicidio da più punti di vista, il 43enne Vincent Thomasset di Grenoble che riprende i diari intimi di una donna trovati in un loft abbandonato, lo svedese Jakob Ahlbom (classe 1971) di stanza ad Amsterdam specializzato in physical visual theatre. E naturalmente svettano i Leoni d’Argento Anagoor con la prima assoluta di Orestea e il sodalizio Leone d’Oro alla carriera Antonio Rezza – Flavia Mastrella col loro repertorio. Ma ci sono pure Giuseppe Stellato, il Kronoteatro, Leonardo Lidi, Fabio Condemi. Nel College-Teatro quest’anno c’è un bando per gli autori under 40, e il relativo progetto triennale farà affidamento su un laboratorio di drammaturgia coordinato da Linda Dalisi e Letizia Russo.