Un Verga trino fra musica e poesia
Atto unico da tre novelle “L’amante di Gramigna”, ”Pentolaccia”, e “Caccia al lupo”, rivisitate dalla leggiadra penna di Lina Maria Ugolini, dall’accurata e magistrale regia di Gianni Salvo, dalle musiche originali di Pietro Cavalieri, ritorna al Piccolo Teatro di Catania in una nuova veste “Ballate d’amore e di gelosia” delicata e sanguigna pièce intessuta di poesia, musica, sentimenti forti come la gelosia e la passione amorosa, il desiderio di vendetta, della sofferenza della povera gente in balìa della miseria e della furia delle emozioni, vinti anche dalle passioni, senza conforto.
La voce di Verga nei tre racconti intrecciati si associa al canto poetico delle tre donne protagoniste, sicchè l’azione narrata diviene un verismo trasognato, epico, lirico.
Le storie d’amore, di tradimenti, di vendetta sono offerte con mano sapiente agli ascoltatori, esaltando la crudezza dell’azione, ripercorsa dalla voce narrante che descrive impietosamente e al tempo stesso umanamente le povere vite strette dal bisogno e dalla ferinità delle azioni, mentre il canto traduce emozioni e sentimenti apparentemente tralasciati.
Nel suggestivo incipit sulle tavole del Piccolo Teatro tre uomini e tre donne si muovono trasognati, sussurrano, accompagnati da suoni tribali e da un senso di spaesamento. Poi si formano le coppie. Verga e la sua eroina del racconto.
La prima coppia racconta l’incredibile vicenda di Peppa, promessa sposa di un avvenente e facoltoso giovane che deciderà di abbandonare. Si è innamorata sino alla perdizione del rude brigante Gramigna, o meglio di ciò che si narra di lui, perché non lo conosce nemmeno. Diventerà la sua amante, la sua schiava, in una inarrestabile spirale di degradazione. Misteri dell’amore che qui si veste di ossessione, narrati con crudele precisione dal suadente Verga-Orofino, esplorati in una visione lucida e distaccata interrotta a tratti dal canto dell’intensa Tiziana Bellassai.
Nella seconda vicenda la grande protagonista è la gelosia, una strana tardiva e distruttiva gelosia dell’opportunamente soprannominato ”Pentolaccia”, per via che la moglie Venera lo aveva sempre tradito, per l’amante Liborio a cui improvvisamente proibisce di venir per casa, e avendo invece quello trasgredito, diventa assassino e finisce in galera. Qui Verga-Carbone, sempre asciutto e incisivo nel descrivere i fatti, è maliziosamente accompagnato dalla grazia muliebre della Sgarlato, la moglie infedele.
L’ultima coppia dipana una vicenda dove la gelosia-vendetta crea una formidabile suspence con Verga-Puglia e la pulsante Egle Doria in tandem per una singolare “Caccia al lupo”, dove gli amanti sono colti in flagrante e segregati dal marito che in un artato equivoco parla di lupi, giocando sinistramente con il terrore dei due. Presi in trappola,tremano e s’azzannano tra di loro. Hanno perduto la loro baldanza passionale, come il lupo che una volta preso perde la sua forza e la sua ferocia. Sul finale sospeso incombe la tragedia.
Tre storie d’amore dall’esito tragico. Storie vere, raccolte tra i campi, come dice lo scrittore. Drammaturgia del triste destino che sconvolge le vite della povera gente e le scopre impudicamente, svelando quelle passioni violente che il verista instancabilmente indaga e rappresenta. Averle narrate intessendo di versi sonori lo scheletro delle ossute storie è un omaggio alla vena sottilmente poetica di questo codice letterario, intuizione feconda che accende di nuove luci la ribalta del piccolo mondo rurale.
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BALLATE D’AMORE E DI GELOSIA
Da Giovanni Verga
Drammaturgia e testi poetici di Lina Maria Ugolini
Regia di Gianni Salvo
Con
Tiziana Bellassai, Giuseppe Carbone, Egle Doria, Nicola Alberto Orofino, Emanuele Puglia, Maria Rita Sgarlato
Musiche originali di Pietro Cavalieri
Luci e fonica di Simone Raimondo
Produzione Teatro della Città
Al Piccolo Teatro di Catania