Il mestiere del critico
QUATTRO GOLDONI PER UN…FINAL-LAB
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A chiusura di un intenso laboratorio teatrale condotto da Egle Doria e Nicola Alberto Orofino, un collaudato tandem, l’attrice e l’autore, attore e regista hanno pescato a piene mani nei deliziosi monologhi, dialoghi, battibecchi di quattro celebri commedie goldoniane, per offrircele sul piccolo, evocativo palco del Canovaccio, dove si è svolto il laboratorio, un work in progress ormai da anni.
Dalle irrinunciabili pietre miliari della drammaturgia, (indispensabili in un percorso formativo, a mio parere), Shakespeare – Goldoni – Pirandello, autori fondamentali per una significativa “lezione di teatro”, la scelta quest’anno è caduta sul padre della Riforma del teatro.
In scena una goldoniana, godibile kermesse, sinergica osmosi di scene dove ogni personaggio era incarnato da diversi interpreti, creando un ritmo incessante di sfaccettature, atmosfere, intriso dalla disinvolta variazione sul tema degli interpreti, in un divertente e interessante moltiplicarsi di intonazioni, assetto corporeo, movenze, in dialetto veneziano, ruotando con disinvoltura e affinando gli innesti da “Arlecchino servo di due padroni” , a “Gli innamorati” , a “Le smanie della villeggiatura”, per chiudere con “La Locandiera”.
Nelle gaie scene, ben supportate da cambi d’abito in scena e ambientazioni insolite, dalla palestra alla prigione, in un vivace susseguirsi di garbo e fantasia, i partecipanti, guidati dalle mani esperte dei conduttori, hanno dato vita a questa ben orchestrata Goldon City che ha stimolato con i suoi prelibati assaggi il desiderio di gustare le opere complete, sempre gradevoli ai palati raffinati, sempre attuali, pregne di una verve insopprimibile che svela gli entusiasmi della classe borghese, nella Nuova Commedia, che ha fatto del teatro di Goldoni il teatro della Riforma, amato e celebrato da grandi registi come Ronconi e Strehler.
La scelta dei conduttori è stata quella di creare una dimensione reale e surreale al tempo stesso, dove si giocava con i ruoli, un vero e proprio carosello di storie dove l’amore la fa da padrone, condito dall’aspetto economico, scivolando nell’etico, per essere suggellato da un finale fiabesco, una luminaria di gente che invadeva il buio palco con torce, in cerca di qualcosa, di qualcuno, (ricerca teatrale?…ricerca esistenziale?) mentre le armonie di uno dei più meritoriamente celebri madrigali di Monteverdi “Ecco mormorar l’onde” sottolineava lo struggente saluto incantatore.
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GOLDONILAB
a cura di Egle Doria e Nicola Alberto Orofino
Con Floriana Aiello, Luca Baeli, Cristina Brunno,Michela Cannarozzo, Giovanni Fragola, Patrizia La Magna, Vittorio Lugnan, Ada Manoli, Valentina Rita Marletta, Federico Mirabella, Maria Concetta Mongioj, Cettina Musumeci, Giorgia Portelli, Maria Spampinato, Paolo Tribulato
Teatro del Canovaccio di Catania