Lo spettatore accorto
VITA E MORTE ALLO SPECCHIO
Nella “Alcesti” di Euripide, regia di Cesare Lievi, di scena al Teatro Greco, Siracusa
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Nella magica cornice del Teatro greco di Siracusa rivive in una interessante edizione firmata dalla regia di Cesare Lievi, la nota, toccante vicenda di Alcesti, eroina domestica e custode del sacro fuoco dell’amore coniugale, fino al sacrificio della vita.
Tragedia-favola dall’inconsueto (ma inquietante) lieto fine, quest’opera di Euripide del 438 a.C., per certi versi complessa e oscura, vede ancora una volta protagonista la donna, con le sue intense passioni e il suo grande, misterioso coraggio. E’ più facile affrontare Tànato che una vita senza l’amato sposo?
La scena si apre con un funerale mediterraneo, con tanto di banda. La coralità è la cifra su cui si muoverà tutto lo spettacolo, dinamico e a tratti sorprendente, improntato ad una classicità rivisitata con abili tocchi che irrompono senza spezzare il pathos della narrazione.
Apollo, ospite della casa di Admeto( rossa come i papaveri che infiorano e arrossano un verde prato la scena dai toni bucolici), per volere di Zeus, benevolmente accolto, ottiene dalle Moire che gli sia risparmiata la vita, a condizione che qualcuno accetti di morire al suo posto.
Tutti rifiuteranno, persino i vecchi genitori( un Paolo Graziosi saldo tra un condannato cinismo e un sincero desiderio di vivere ancora). Solo Alcesti ( una delicata e intensa Galatea Ranzi), moglie devota, accetterà il turpe scambio. Affronterà la separazione dalla vita, dai figli, dal marito, al quale tuttavia chiederà in cambio fedeltà eterna.
L’inesorabile Tànato la ghermirà nel fior degli anni, bella, dolce di carattere e dunque amata da tutti, tra i pianti sconsolati di Admeto ( vigliacco o vittima del Fato?), dei figli, delle ancelle, del popolo affranto ( un vigoroso coro di giovani coreuti dalle suggestive ed evocative vesti) accorato partecipe dell’unanime compianto.
L’arrivo festoso di Ercole che irrompe sulla scena con il suo indomabile vigore non scevro da accenti di comicità, stravolgerà gli eventi, riportando nella casa e fra le braccia dell’amato una donna velata, che il semidio dice essere Alcesti, da lui strappata al Tartaro, rovesciandone le leggi, come già annunciato all’inizio da Apollo. Il cerchio si chiude.
Finale ambiguo dunque. Il ritorno della donna è avvolto nel silenzio. Tre giorni dovranno trascorrere prima che Alcesti ( è sicuramente lei?) rediviva purifichi la sua anima contaminata dal Tartaro. Felice, Admeto rientrerà in casa tenendo per mano la muta sembianza dell’amata sposa.
La morte è la grande protagonista di questa vicenda dai contorni indefiniti che pone inquietanti interrogativi sul terreno attaccamento alla vita, sulla legittimità del sacrificio della vita per amore, sull’impossibile, patetico desiderio di eternità che gli umani attraversano dalla notte dei tempi.
La scenografia cromaticamente simbolica, orchestrata tra il rosso,il grigio-nero e il bianco; la divisione della scena in due piani, la sobrietà dei costumi, l’efficace, vibrante interpretazione, esaltano la complessità del percorso narrativo lasciando lo spettatore inquieto e commosso, tra l’ammirazione e lo sgomento per un gesto d’amore estremo e terribile, in una sospensione filosofico-esistenziale intrisa di nostalgia e di rimpianto per ciò che siamo e che vorremmo essere.
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“Alcesti”
di Euripide
Produzione I.N.D.A.
Regia : Cesare Lievi.
Con : Massimo Nicolini – Pietro Montandon – Sergio Mancinelli – Ludovica Modugno – Galatea Ranzi – Stefano Santospago – Paolo Graziosi – Danilo Nigrelli – Sergio Basile- Mauro Marini
Teatro Greco di Siracusa
Sino al 19 Giugno