Lo spettatore accorto
AL PASSAGGIO DI UNA NUVOLA….
“Tre desideri” di Ben Moor, regia di Mauro Parrinello. Teatro Libero di Palermo
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Forse è meglio così, che la cara vecchia terra continui a ‘provvedere’ ai suoi sei miliardi di inquilini, limitandosi ad uno sguardo affettuoso proiettato sullo scenario immenso dell’infinito. Non è un caso, infatti, se i due protagonisti di Tre desideri di Ben Moor inizino e finiscano il loro percorso dentro un planetario, entrambi affascinati dalla calotta celeste e da un altrove percorribile solo con l’immaginazione.
Il Teatro Libero di Palermo ospita per la prima volta in Italia un testo di Ben Moor, interessante ed acclamato autore britannico che Mauro Parrinello (anche regista dello spettacolo), ed Elisa Benedetta Marinoni (anche traduttrice), interpretano con leggerezza e disinvoltura. L’occasione narrativa è surreale: il passaggio di una nuvola di natura non identificata produce lo strano fenomeno dei “tre desideri” che ogni essere umano ha la possibilità di realizzare.
Tre e non di più, quindi bisogna effettuare scelte ben ponderate e non impulsive. Come spenderanno i loro desideri Flip e George, una coppia in procinto di matrimonio? L’una nell’editoria e l’altro nell’informatica, essi rappresentano due mondi in permanente conflitto e dialogo, l’una prodiga nello spendere il proprio tempo, l’altro pignolo e raziocinante, sono i classici opposti che si attraggono.
Sembrano destinati ad una tiepida, piccola felicità domestica, ma la nuvoletta ci mette il suo zampino. Accanendosi nel saggio tentativo di salvare la loro relazione, ormai venata dalla crisi, i due salgono sul “treno dei desideri” in maniera avventata, ma di tutto questo poco importa all’autore.
Per Moor (che ha effettuato la supervisione artistica dello spettacolo prodotto da Bottega Roseguild in collaborazione con OffrRome e Pierfrancesco Pisani) il plot è poco più di un pretesto per parlare di relazioni amorose, di scelte individuali, di filosofie di vita scandite in piccole frasi che sembrano scivolare via, annegate dall’humor presente a piene mani nel testo, e che invece indirizzano ad una disposizione diversa alla vita stessa: desiderare le cose giuste non le rende giuste per sempre, quello che si ottiene non è per forza quello che vuoi.
Si ruota intorno al concetto di ‘felicità possibile e praticabile’, tema universale che da qualche tempo sembra aver acquisito un’urgenza particolare in campo letterario- la francese Caroline Vermalle vi dedica alcuni romanzi – e cinematografico – come i recenti film di Alessandro Rak e Gianni Zanasi. La nuvola, comunque, svanisce e tutto torna come prima, ma il suo passaggio non è stato vano, ha dato a ciascuno la possibilità di scrutare meglio dentro di se e di comprendere i propri bisogni, quelli reali e quelli fittizi.
Lo spettacolo spinge spesso al sorriso – anche se, probabilmente, molte delle battute originarie smorzano la loro efficacia in traduzione – grazie agli attori che si impegnano a rendere credibile, e pertanto comico, l’incredibile. Il regista punta ad un discreto coinvolgimento del pubblico e sfrutta con accortezza l’illuminotecnica (le luci sono di Iro Suraci) per la creazione di luoghi fisici e di atmosfere nella totale nudità scenica.