Lo spettatore accorto
UNO SCANDALO POCO SCANDALOSO
Il dramma di Schnitzler giunge in tournée al Teatro Stabile di Catania
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Nel 1898 Arthur Schnitzler scriveva il dramma “ Das Vermachtnis”. Mai rappresentato in Italia, il dramma ha debuttato in Prima nazionale al “ Rossetti” di Trieste il 27 Ottobre 2015, con il titolo “ Scandalo”, inteso come “ Ostacolo, insidia”, suscitando opinioni contrastanti. Apprezzato e applaudito, ma anche giudicato prolisso e poco coinvolgente.
In effetti non siamo di fronte ad un testo ‘totalmente’ moderno (mentre il repertorio del medico\scrittore non risulta esserne avaro, essendo stato involontario soggettista persino di Kubrick)); e ci chiediamo, pertanto, fino a che punto, trattandosi di una storia di emarginazione, l’opera si presti ad una intenzionale e fruibile evocazione degli scandalosi comportamenti assunti da gente cosiddetta ‘perbene’ nel nostro tempo.
Simili purtroppo, in quanto a ferocia, a quelli adottati in un sistema sociale di fine Ottocento, di fronte ad una fanciulla di basso rango amata da un rampollo dell’alta società: uno scandalo sociale che oggi in realtà non scandalizza più nessuno. “ Cui prodest?”
Ci chiediamo le ragioni che hanno indotto ad affrontare il dispendio di un teatro impegnativo per durata ( quasi tre ore), imponente e accurato impianto scenografico, pregevoli costumi, dispiegamento di valenti attori. Nostalgia del teatro di tradizione?
Lo Scandalo, parola di forte impatto emotivo, è il denominatore comune di una vicenda dai risvolti amari, che non può oggi certamente colpire, se non come reperto archeologico.
Giovane donna di bassa classe sociale, amata segretamente da un giovane borghese benestante di una famiglia dalle relazioni altolocate, strappato alla vita da una fatale caduta da cavallo, che in punto di morte rivela alla famiglia sbigottita il suo segreto inconfessabile: La sua donna e un figlioletto da accogliere per provvedere alla loro vita.
Gli ingredienti ci sono tutti per lasciare lo spettatore, soprattutto giovane, indifferente se non incredulo, davanti ad un dramma sociale ben congegnato, ma dichiaratamente obsoleto.
E’ vero. Lo straniero a contatto con una struttura rigida spalanca precipizi angoscianti dove la diversità esplode distruggendo illusorie certezze. Il nostro tempo conosce bene questo drammatico
problema. Ma non basta evocarlo con la scelta della allusiva origine eritrea dell’attrice che impersona l’esclusa; un debole richiamo, a fronte di un allestimento filologico, peraltro spesso disatteso in scena da comportamenti non proprio consoni alla geneazione della Belle Epoque viennese.
Il vero scandalo/ostacolo siamo noi, con le nostre paure ancestrali, con le nostre immorali difese, incapaci di accogliere il “Nuovo”, anche teatralmente. Ben venga il classico se sa essere attuale!
La riflessione che ci propongono Però- Schnitzler sta in bilico tra queste due rive, come indagine sulla coscienza e sull’etica, tesa a spianare le ferite inferte dai perbenismi e dalle ipocrisie che ci disgustano, certo, ma perchè non c’eravamo… si sa, col senno di poi è facile dire: Che orrore! Inconsapevoli di attuare oggi lo stesso, identico comportamento che condanniamo, in una realtà che lascia intravedere la miseria e la pochezza del nostro mondo non ancora in grado di trovare percorsi veramente innovativi. Cambia lo scenario, ma l’uomo rimane un pavido, senza scrupoli e senza speranza, incapace di offrire tangibili trasformazioni: L’ostacolo va rimosso.
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“Scandalo” di Arthur Schnitzelr – traduzione di Ippolito Pizzetti Produzione : Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia – Artisti Riuniti s.r.l. Mittelfest 2015. Regia : Franco Però Scene : Antonio Fiorentino Costumi: Andrea Viotto
Con: Franco Castellano, Ester Galazzi, Filippo Borghi, Lara Komar, Alessio Bernardi, Stefania Rocca, Federica De Benedittis, Astrid Meloni, Leon Kelmendi, Adriano Braidotti, Andrea Germani, Riccardo Maranzana