Lo spettatore accorto
VISIONI CORSARE
Al Teatro Piscator di Catania, uno spettacolo dedicato a Pasolini, diretto da Elio Gimbo
****
Nel panorama di iniziative intorno alla personalità poliedrica di indiscusso spessore di Pier Paolo Pasolini segnaliamo l’omaggio teatrale, a quarantanni dalla sua tragica scomparsa, dell’ intellettuale più scomodo del secolo, dal suggestivo titolo: Visioni corsare.
L’apprezzabile pièce in quattro movimenti, con regia e impianto drammaturgico di Elio Gimbo, ci ha proposto l’ascolto e la rappresentazione di alcuni brani celebri del Maestro di Casarsa, accostato dal regista a Dante e Leopardi : “… credo -sostiene Gimbo- che il fulcro di questo pensiero stia nelle connessioni tra biografia e opera e, di conseguenza nei rapporti conflittuali e irrisolti con il Potere del tempo,…tre esempi di impegno militante nei confronti della realtà e della
verità”.Queste considerazioni si allineano evidentemente con la dichiarazione di Sciascia che individua l’identità della letteratura italiana come letteratura civile.
I primi 3 movimenti sono due profezie e l’eziologia del “ massacro tribale”, montaggio di discorsi pubblici che hanno la funzione di storicizzare il massacro del Poeta:
Profezia I : Il genocidio.
Con Daniele Scalia
Profezia II : La mia patria si chiama Multinazionale .
Con Giosuè Maita
Eziologia del massacro : Il romanzo delle stragi
Con Cosimo Coltraro
Il quarto movimento è il racconto di un’indagine stilistica condotta con i mezzi del teatro sulla poesia del periodo compreso tra le raccolte “ Le ceneri di Gramsci” e “ La religione del mio tempo”:
Poesia in forma di spazio : Con Sabrina Tellico
L’impianto dall’originale articolazionedrammaturgica restituisce magicamente la parola al Maestro che non c’è più, facendo risuonare il palco di una verità profetica, messianica nei toni e nei contenuti, restituendoci intatta la voce e l’emozione della Nuda Veritas, in una diretta senza veli e senza orpelli.
Il quarto movimento ci avvolge in un corpo a corpo con le immagini di una poesia in forma di spazio che veicola il pensiero in gesti e cattura lo sguardo in un rarefatto linguaggio descrittivo.
La delicata e intensa interpretazione di Sabrina Tellaro fa emergere un’interessante prospettiva:
un possibile incontro dell’immaginario poetico pasoliniano con un teatro che si fa carne per sfiorare e tentare di cogliere lo spirito di uno dei più facondi e multiformi autori del nostro tempo.
*****
Drammaturgia e regia Elio Gimbo Con Daniele Scalia, Giosuè Maita, Cosimo Coltraro, Sabrina Tellico