Teatro Lo spettatore accorto
VOILA’ MONSIEUR MOLIERE
“ Tartufo”
Di Molière. Adattamento e regia Nicola Alberto Orofino
Produzione XXIin scena. Al Piccolo Teatro di Catania
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Rappresentato per la prima volta alla corte del Re Sole, nel 1667 ( Molière fu allontanato da Luigi XIV per lo scandalo che suscitò) questa commedia abilmente attualizzata da Orofino, mostra di non avere perso il suo smalto e di prestarsi agevolmente ad un sapido satireggiare sui temi politici ed etici di un eterno Presente.
La scena si apre su un rosario recitato di spalle da una famiglia devotamente inginocchiata.
Tra una prece e l’altra si grattano, rispondono al cellulare, leggono il giornale, mentre la suocera snocciola imperterrita litanie. Presto il quadretto si scomporrà e rivelerà le magagne di un litigioso nucleo soggetto a un truffaldino, il corpo estraneo, Tartufo, finto devoto, entrato nelle grazie della suocera, Madame Petronilla, presto uscita di scena, e di Orgone, stupido capofamiglia, sordo alle proteste dell’inutilmente animoso figlio Damide, del cognato Cleante e della volgare e sguaiata serva, Dorina.
L’ingenuo Orgone, vedendo nel misero ed ipocrita Tartufo un santuomo, cercherà prima di dargli in sposa la succube Marianna, unica figlia, innamorata di Valerio, e infine, nella sua folle cecità, finirà per lasciarlo unico erede del patrimonio familiare, nonostante la palese falsità del soggetto che ha persino tentato di concupire Elmira, la prudente di lui moglie.
Finale amaro per un’amara saga dell’ipocrisia in un mondo nevrotico e visionario dove realisticamente trionfa Il Male.
La scelta registica ha infatti eliminato il quinto atto, scritto da Molière per compiacere Versailles, allo scopo di restituire modernità, dignità e coraggio all’originario progetto, che intendeva così scompaginare la struttura della commedia tradizionale, dai facili buonismi..
La gustosa Mise en scène brillante e scoppiettante, spietata e ironica, si avvale di un ritmo serrato dove i corpi e i loro movimenti stridono con le parole per rivelare tutta l’ambiguità della sgangherata struttura familiare alle prese con il devoto Monsieur Tartuffe, ( impersonato da una donna ) che tenta la scalata al potere, sfruttando la sua intelligenza e il Cielo, in un crescendo di sapore rossiniano, scandito da una scena “ legnosa”, attraversata o chiusa da sedie e panche in odore clericale, dove occhieggia un altarino su cui il devoto Orgone venera l’immagine di M.Tartufo in odore di santità.
Dinamico e ammiccante il pregevole cast, con Barbara Gallo, Francesco Bernava, Alice Ferito, Carmelo Motta, Alessandra Barbagallo, Giovanni Santangelo, Emanuele Puglia, Rita Salonia, Egle Doria, ritaglia e cuce magistralmente scene corali e indomiti duetti, sul filo di un testo sagace e intramontabile.
ps Lo spettacolo di XXI In scena verrà commentato anche da F.Nicolosi Fazio- percorrendo quel ‘fil rouge’ (la pluralità delle opinioni su un medesimo argomento, liddove è possibilie) che è stata da sempre la linea editoriale del nostro giornale