Angelo PIZZUTO- L’Europa e il suo mito fondativo (una rassegna al Teatro Argentina, Roma)

 

 

Iniziative  teatrali


 

L’EUROPA E IL SUO MITO FONDATIVO

Una rassegna in corso al Teatro Argentina di Roma

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Iniziata alla fine di aprile, durerà sino a metà maggio (salvo prolungamenti ‘a richiesta’) il progetto di drammaturgia collettiva promosso dal Teatro di Roma (Teatro Argentina) e dalla Fondazione Emilia Romagna Teatro, titolata al“Il ratto d’Europa” su ideazione e direzione artistica del regista Claudio Longhi.

Un  progetto multiculturale e pluri-espressivo   che aspira a   ‘precettare’  non solo gli addetti ai lavori e quegli amanti del teatro che ne costituiscono lo ‘zoccolo duro’, resistente, ma quella che comunemente viene definita “la società civile” prostrata da mille incognite ed apprensioni rispetto alla quale l’arte scenica è spesso considerata un lusso e un divago (per chi può permetterselo)

Nulla di più errato, specie se si vuol dare qualche impronta culturale, artistica, fantasiosamente creativa all’inizio del semestre italiano di presidenza dell’Unione Europea

-E’ solo retorica, anelito di ‘grandi bellezze’ ?

“L’Europa è un crocevia fatale- specifica Longhi- un destino diffuso che nasce da specifiche progettualità storiche e di pensiero illuminate. Banale citare Ventotene, Spinelli e altri ancora. Poichè  quel che più conta è  il suo presente politico, economico, antropologico…i  suoi confini ancora smarginati e imprecisi, il senso che dovrebbero  avere in direzione evolutiva

“Il ratto d’Europa” è, al suo inizio, un progetto di ‘sceneggiatura collettiva e condivisa’ (dunque ‘in fieri’)  che da due anni, quasi in sordina, coinvolge l’intera città   per  la stesura di unna narrazione articolata e condivisa  sulle possibili radici di una identità europea, sempre più simile all’Araba Fenice. Lavoratori e studenti, casalinghe e pensionati, sindacalisti e industriali, artisti e intellettuali      uniti in un percorso comune finalizzato a una nuova idea di teatro collaborativo che parte dal pubblico e ad esso ritorna….

“Il copione dello spettacolo è nato direttamente dal dialogo con la società civile-spiega Longhi- che ha contribuito alla creazione del racconto teatrale attraverso il montaggio di materiali e suggestioni di scrittura mutuati da rapporti interpersonali, piccole assemblee, concorsi fotografici, istallazioni artistiche, atélier drammaturgici. Circa seicento  partecipanti non professionisti e di tutte le età, e più di  quaranta  laboratori a costi contenutissimi” .

-L’antico mito ‘scaturisce’  del rapimento della bella figlia di Fenice, Europa:  terra-fanciulla  trascinata   a Creta dal sommo (empio)  Zeus sotto forma di toro, e da allora ‘non più ritrovata’…..

“Prima grande storia di emigrazione violenta e forzata da cui partire alla ricerca, labirintica e vertiginosa,  del nostro vecchio mondo, sul filo delle sue mille peripezie, dalle terramara dell’età del bronzo alle abazie medioevali, dalla stagione dei grand -tour alla seconda guerra mondiale, dalla Ceca alla guerra degli spread. Una cavalcata nelle immagini, nelle riflessioni, nelle vicende, nella storia che la parola Europa raccoglie ed eredita dal nostro passato nella convinzione che non basta l’unione economica-finanziaria, se non si realizza quella etnico\culturale   per fare del continente  un’identità concreta e presente nella quotidianità di noi tutti. Di qui, l’utopia  di un orizzonte futuro senza confini né frontiere. Attraverso l’articolato gioco drammaturgico in cui i cittadini si sono sentiti liberi di ‘giocare a fare l’Europa’ “

-Alla chetichella, ma testardamente, il  teatro ha invaso la città, e la città si è raccolta intorno al suo teatro, portando in scena il viaggio di una combriccola di attori alle prese con dei giochi senza frontiere a tema europeo e con prove da superare. ….

“Ad aprire le porte d’acceso all’Europa è una grande visione onirica. Un sogno sognato da nove personaggi in una strana stanza che ricorda una palestra con nove giacigli in cui si agitano i protagonisti in preda a un turbine di incubi. Sognano di paesi e genti lontane, di miti e antiche leggende, rincorrono le immagini di nuovi mostri generati dalla pubblicità, dalla frenesia degli acquisti e anche dalla crisi che di colpo sembra aver liquidato il consumismo, al punto da annichilirne il perverso potere allucinatorio. Sognano di spread, di Bond e Btp, di tori che rapiscono fanciulle per fondare mondi nuovi, di guerre combattute per vendetta, avidità, per fede o per speranza. Qualcosa arriverà a risvegliarli, non certo per dare consolazione dagli incubi della notte, ma per affidargli un compito: salvare l’Europa. Ma per salvarla bisognerà superare una serie di prove che ne rifondano l’identità. Scatta, a questo punto, una sorta di parodia di una delle prime trasmissioni che hanno segnato- in modo pop- la nascita dell’identità condivisa: quei  “Giochi senza frontiere” cui accennavo e che riguardano la nostra infanzia non solo televisiva. Diventando allegoria del fattibile, del non procrastinabile.     Variopinta compagine che, superando una delirante serie di prove a squadre, sarà costretta a trasformarsi: da accozzaglia di mondi e mentalità   diverse  in una squadra dove le differenze tra i giocatori sono una ricchezza per affrontare una tragicomica disfida: una partita di rugby tra l’Europa e la crisi economica globale”.

-Il gruppo dei ‘prototipi europei’ appare  costretto a giocare un gioco che, da principio, non vuole  giocare e progressivamente a scoprire, di prova in prova, di essere una compagine solida e in crescita….è così?

“La metafora del gioco allude alla  situazione dell’Unione europea che parte da singole identità nazionali e arriva a confrontarsi con un problema di coesione: una partita di rugby tra l’Europa e la crisi economica che sta investendo tutto il globo. Non sappiamo come questa partita finirà , perché per riuscire a vincere e rifondare l’identità europea sarà necessario superare tutte le prove. Non è scetticismo ma restituzione del libero arbitrio”

Al dunque, il teatro ‘cattura’ l’Europa e il suo mito  fondativo,  riannodandoli non solo attraverso un reticolato di scritture teatrali e letterarie, ma anche con l’utilizzo di  riflessioni trasversali di ordine sociologico, politico, teorico-scientifico, affidate alle voci di un vasto  panorama di testimonianze  artistico- culturali. Ogni  sera sul palcoscenico dell’Argentina si aprono momenti di confronto con le diverse visioni, ipotesi, nozioni che l’ospite di turno  propone mediante una breve intervista di    condotta da uno degli attori protagonisti dello spettacolo.

A condividere la propria idea di Europa  si alternano  l’ex ministro preposto all’integrazione Cécile Kyenge, l’allenatore della nazionale italiana di pallavolo Mauro Berruto, il pittore e scultore    Enzo Cucchi (il   la scrittrice italo-somala Igiaba Scego,  il maestro  Morricone. Ed   ancora Luciano Violante, ex presidente della Camera dei Deputati,  Gianni Toniolo, autorevole storico di economia moderna e contemporanea ,  Zouhir Louassini, giornalista politico esperto dell’emisfero arabo,  Giovanni Maria Flick che ha preso parte per il Governo italiano alla redazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea

 

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“Il ratto d’Europa” – per un’archeologia dei saperi comunitari-  ideazione e regia Claudio Longhi

con Donatella Allegro, Nicola Bortolotti, Michele Dell’Utri, Simone Francia, Olimpia Greco, Lino Guanciale, Diana Manea, Eugenio Papalia, Simone Tangolo.  spazio scenico Marco Rossi  –   costumi Gianluca Sbicca      luci Tommaso Checchucci    immagini video Gianluca Latino

Con  la partecipazione di: Gruppo da camera del Conservatorio “Santa Cecilia”, GlobalCrisis Rugby Club, Associazione Corale “Le Querce del Tasso”, Associazione D’Altrocanto…nonostante tutto, Corale Cantate Domino, Corale Polifonica “Città di Anzio”, Coro Franco Maria Saraceni degli Universitari di Roma, Coro Polifonico della Basilica di Sant’Agnese fuori le mura.

Una coproduzione Teatro di Roma e Emilia Romagna Teatro Fondazione, in collaborazione con Accademia Filarmonica Romana, Conservatorio “Santa Cecilia”e  il patrocinio del  Parlamento Europeo (rappresentanza in Italia della Commissione Europea)   Roma, Teatro Argentina